Non si è fatta attendere la replica al maxisequestro, che appare durissima e, come scrive il Fatto Quotidiano, un nuovo ricatto dei Riva. Sono stati annunciati 1500 esuberi in società riconducibili alla famiglia Riva. Stop alle attività di Riva Acciaio, stop alle attività produttive negli impianti di Malegno, Sellero e Cerveno vicino Brescia, di Verona, di Caronno Pertusella, di Annone Brianza. Guai anche per i dipendenti di Taranto Energia nella città pugliese.
Come ci si può aspettare, la famiglia Riva ha liquidato questa durissima presa di posizione nei confronti dei lavoratori come per nulla collegata al recente maxisequestro relativo al caso Ilva. Queste decisioni, ha spiegato l’azienda
non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento di Taranto.
Naturalmente, tale comunicazione non ha convinto molto i sindacati, che giudicano la decisione inaccettabile. Ancora una volta abbiamo reati da parte degli ex (ma non tanto ex) gestori dell’Ilva, arresti, bracci di ferro, e lavoratori presi nel mezzo, che pagano per tutti.
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