La produzione nazionale dei rifiuti urbani si attesta, nell’ anno 2011 a poco meno di 31,4 milioni di tonnellate, facendo registrare una riduzione di quasi 1,1 milioni di tonnellate rispetto al 2010 (-3,4%. I dati preliminari relativi all’ anno 2012 evidenziano un ulteriore calo di circa 1,4 milioni di tonnellate (-4.5% rispetto al 2011) con un valore di produzione al di sotto di 30 milioni di tonnellate. Lo evidenzia Ispra nel Rapporto sui rifiuti urbani. La riduzione complessiva nell’ ultimo biennio è, pertanto, pari al 7,7% corrispondente, in termini assoluti, a 2,5 milioni di tonnellate. L’andamento della produzione dei rifiuti urbani appare, in generale, coerente con il trend degli indicatori socio-economici, quali prodotto interno lordo e consumi delle famiglie. Tra il 2011 e il 2012, infatti, il valore dei consumi delle famiglie sul territorio economico, misurato a valori concatenati (anno di riferimento 2005), fa registrare una riduzione pari al 4,1% circa, mentre il PIL, anch’ esso misurato a valori concatenati, mostra una contrazione del 2,4%. Si può, inoltre, rilevare che il dato di produzione dei rifiuti urbani si attesta, nel 2012, a un valore intermedio tra quelli osservati nel 2002 (29,86 milioni di tonnellate) e nel 2003 (30,03 milioni di tonnellate).
L’analisi dei dati di produzione dei rifiuti urbani a livello di macro area geografica mostra, tra il 2010 e il 2011, un calo percentuale pari al 4,2% per il Centro e al 3,1% sia per il Nord che per il Sud. In valore assoluto, i rifiuti urbani prodotti, nel 2011, sono pari a oltre 14,3 milioni di tonnellate al Nord, 7 milioni di tonnellate al Centro e 10 milioni di tonnellate al Sud. Per il Nord, i dati preliminari 2012 fanno registrare un ulteriore calo di produzione, pari al 4,6% rispetto al 2011, e al 7,6% rispetto al 2010 (-1,1 milioni di tonnellate). Nel sud Italia il calo percentuale si attesta al 4,8%, mentre la riduzione, tra il 2010 e il 2012, è pari al 7,8% (-810 mila tonnellate). Anche le regioni centrali fanno registrare una contrazione, tra il 2011 e il 2012, del 3,9%; rispetto al 2010 la diminuzione è, invece, pari al 7,9% (-580 mila tonnellate).
Il quantitativo di rifiuti urbani raccolto in maniera differenziata raggiunge, nell’ anno 2011, una percentuale pari al 37,7% circa della produzione nazionale, attestandosi a oltre 11,8 milioni di tonnellate. Rispetto al 2010, anno in cui tale percentuale si collocava al 35,3% circa, si osserva un’ulteriore crescita che non consente, tuttavia, di conseguire gli obiettivi fissati dalla normativa per il 2009 (50%) e il 2011 (60%). La crescita, in valore assoluto, (+395 mila tonnellate tra il 2010 e il 2011) appare, peraltro, più contenuta rispetto a quelle riscontrate negli anni precedenti (+676 mila tonnellate tra il 2009 e il 2010, +844 mila tra il 2008 e il 2009). Un considerevole contributo all'incremento della percentuale di RD, osservato tra il 2010 e il 2011, è peraltro dovuto al forte calo del dato di produzione totale dei rifiuti urbani. Anche i dati preliminari 2012 indicano un ulteriore rallentamento nella crescita della raccolta differenziata in termini di quantitativi complessivamente intercettati (+117 mila tonnellate su scala nazionale, rispetto al 2011).
Nel 2011, le regioni Veneto e Trentino Alto Adige superano il 60% di raccolta differenziata attestandosi, rispettivamente al 61,2% e 60,5%. Superano la soglia del 50% il Friuli Venezia (53,1%) e il Piemonte (51,4%) e l’Emilia Romagna (50,1%) e prossima a tale valore risulta la Lombardia (49,9%). Al di sopra del 45% si attesta la Sardegna (47,1%) e a più del 40% le Marche (43,9%) e la Valle d’Aosta (41,9%). Al sud Italia, oltre a quanto già rilevato per la regione Sardegna, un’ulteriore crescita si registra per la Campania, la cui percentuale di raccolta differenziata è, nel 2011, pari al 37,8% circa (32,7% nel 2010), con tassi pari al 56,6% per la provincia di Salerno, al 54,3% per quella di Benevento e al 49,4% per Avellino. Anche Napoli e Caserta fanno comunque registrare ulteriori progressi nella raccolta differenziata, attestandosi entrambe ad una percentuale prossima al 32%. Nel 2011, il Lazio raggiunge una percentuale di raccolta differenziata pari al 20%, mentre Basilicata, Puglia e Molise si attestano, rispettivamente, al 18%, 16,5% e 16,3%. Di poco superiore al 10% risultano, infine, i tassi di raccolta della regione Calabria (12,6%) e Sicilia 11,2%. Quest' ultima supera per la prima volta la percentuale del 10%.
L’analisi dei dati evidenzia che lo smaltimento in discarica è ancora la forma di gestione più diffusa interessando il 42,1% dei rifiuti urbani prodotti, anche se rispetto al 2011 c’’ un calo pari al 12% (oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti) dovuto essenzialmente alla crisi. Il riciclaggio delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico rappresenta il 34,4% della produzione di cui l’11,6% è costituito dalla sola frazione organica da RD (umido + verde) ed il 22,8% dalle restanti frazioni merceologiche. Il 16,9% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito, mentre circa l’1,8% viene inviato ad impianti produttivi, quali i cementifici, per essere utilizzato come combustibile per produrre energia, e lo 0,5% viene utilizzato, dopo il pretrattamento, per la ricopertura delle discariche.
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