30/04/13

Parma, debutta l'inceneritore che Pizzarotti voleva fermare


Non sbuffa.Niente volute di fumo dal camino. Solo un'impercettibile increspatura nell'aria causata.dal calore. È partito il termovalorizzatore di Ugozzolo, giochino da 193 milioni attorno al quale la politica parmense (e non solo) si azzuffa da anni. Per fortuna il sindaco 5 Stelle, Federico Pizzarotti sul cui cadavere avrebbe dovuto passare chiunque avesse osato accendere l'inceneritore (promessa-minaccia di Beppe Grillo nella vittoriosa campagna alle amministrative del maggio scorso) gode di ottima salute, anche se non passa giorno senza che qualcuno non lo accusi di aver capitalizzato elettoralmente una battaglia poi finita in autogol. In realtà, se battaglia c'è stata, è avvenuta nelle aule giudiziarie, con la richiesta della Procura di Parma di sequestrare l'impianto, la bocciatura da parte del Tribunale del riesame e l'attesa (tuttora in corso) del pronunciamento della Cassazione. Nel frattempo la multiutility Iren ha accelerato il passo (anche per non perdere gli incentivi statali) e ieri,dopo settimane di preparazione, ha dato il via libera alle prove a caldo di smaltimento di 50 tonnellate di rifiuti, premessa per entrare a regime a metà maggio.
Il primo vagito dell'inceneritore è stato salutato ieri, di prima mattina, sotto la pioggia, da un ideale coro di fischi da parte di una cinquantina di attivisti, che hanno presidiato i tre ingressi dell'impianto. «Bruciano il nostro futuro. No all'inceneritore» strillava uno striscione. Protesta simbolica, più che altro: l'obiettivo di intercettare i primi camion carichi di rifiuti è andato infatti a vuoto, dato che Iren, prevedendo le intenzioni dei «no termo», ha anticipato dì qualche giorno le operazioni di scarico. E così agli attivisti, prima di togliere le tende, non è rimasto che l'annuncio di piantare vicino all'inceneritore due ramoscelli di kiwi: «Così tutti coloro che hanno voluto l'impianto saranno felici di farsi una bella scorpacciata di frutti cresciuti con quest'aria». Il sindaco Pizzarotti e la sua giunta non si sono fatti vedere. L'assessore all'Ambiente, Gabriele Folli, ha fatto sapere di aver inviato nell'impianto alcuni tecnici «per verificare le procedure connesse all'avvio temporaneo di incenerimento». Aggiungendo, con nota polemica che la dice lunga sul braccio di ferro in corso, «di aver appreso dell'arrivo dei camion con i rifiuti dalla stampa locale, non avendo ricevuto comunicazione dalla  Provincia e dal gestore dell'impianto». A rendere ancora più delicata la posizione della giunta, le accuse lanciate dall'avvocato Arrigo Allegri, figura storica del «no» all'inceneritore, secondo il quale il sindaco Pizzarotti «potrebbe bloccare l'impianto, perché è lui che deve rilasciare il certificato di agibilità e di  onformità edilizia e urbanistica, ma non vuole farlo». Tesi respinta dal primo cittadino che rivendica alla giunta il dovere di combattere questa battaglia «nelle sedi istituzionali», aggiungendo: «Stiamo facendo il possibile.,.».

Francesco Alberti

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