
Il primo vagito dell'inceneritore è stato salutato ieri, di prima mattina, sotto la pioggia, da un ideale coro di fischi da parte di una cinquantina di attivisti, che hanno presidiato i tre ingressi dell'impianto. «Bruciano il nostro futuro. No all'inceneritore» strillava uno striscione. Protesta simbolica, più che altro: l'obiettivo di intercettare i primi camion carichi di rifiuti è andato infatti a vuoto, dato che Iren, prevedendo le intenzioni dei «no termo», ha anticipato dì qualche giorno le operazioni di scarico. E così agli attivisti, prima di togliere le tende, non è rimasto che l'annuncio di piantare vicino all'inceneritore due ramoscelli di kiwi: «Così tutti coloro che hanno voluto l'impianto saranno felici di farsi una bella scorpacciata di frutti cresciuti con quest'aria». Il sindaco Pizzarotti e la sua giunta non si sono fatti vedere. L'assessore all'Ambiente, Gabriele Folli, ha fatto sapere di aver inviato nell'impianto alcuni tecnici «per verificare le procedure connesse all'avvio temporaneo di incenerimento». Aggiungendo, con nota polemica che la dice lunga sul braccio di ferro in corso, «di aver appreso dell'arrivo dei camion con i rifiuti dalla stampa locale, non avendo ricevuto comunicazione dalla Provincia e dal gestore dell'impianto». A rendere ancora più delicata la posizione della giunta, le accuse lanciate dall'avvocato Arrigo Allegri, figura storica del «no» all'inceneritore, secondo il quale il sindaco Pizzarotti «potrebbe bloccare l'impianto, perché è lui che deve rilasciare il certificato di agibilità e di onformità edilizia e urbanistica, ma non vuole farlo». Tesi respinta dal primo cittadino che rivendica alla giunta il dovere di combattere questa battaglia «nelle sedi istituzionali», aggiungendo: «Stiamo facendo il possibile.,.».
Francesco Alberti
Nessun commento:
Posta un commento