26/03/13

Rifiuti, nuovo decreto di Clini: linea dura del ministro I siti del Lazio dovranno lavorare anche l'immondizia di Roma

Non ci saranno proroghe. Malagrotta rispetterà i tempi di chiusura (10 aprile per i non trattati, il 30 giugno per ogni tipo di rifiuto). E il Lazio eviterà almeno questo è l’obiettivo - la maxi sanzione della Corte di giustizia europea. Il decreto è stato emanato ieri dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Uno dei suoi ultimi provvedimenti da ministro riguarda, dunque, l’emergenza rifiuti nella Capitale. «Sono tra coloro che non lasciano a metà i lavori che fanno osserva Clini e comunque spero davvero che sia uno dei miei ultimi interventi da ministro e che l’Italia abbia presto un nuovo governo».

Cosa prevede il decreto? «Applichiamo quanto avevamo deciso il 20 marzo nella riunione con tutte le aziende che si occupano di rifiuti nel Lazio». Primo problema: a Malagrotta ogni giorno arrivano 775 tonnellate di rifiuti non trattati (ultimi dati Ama). Dall’11 aprile non si potrà fare. Il decreto Clini fa diventare legge l’obbligo dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Colfelice (Frosinone) a lavorare anche i rifiuti di Roma. La Saf, la società pubblica proprietaria dell’impianto, non può più dire no, altrimenti il prefetto Goffredo Sottile (commissario per l’emergenza rifiuti) può commissariarlo. Qui dovrebbero essere trattati ogni giorno poco più di 400 tonnellate di rifiuti romani. E il resto? Il decreto impone alla Colari di avviare entro il 10 aprile il trito tagliatore autorizzato a Rocca Cencia. Ma non basta: la società dovrà comunicare, in modo dettagliato, dove finiscono la parte secca e la parte umida, al termine della lavorazione, per evitare che poi tutto finisca comunque in discarica.

Gli Impianti Romani
Altro tassello: i quattro Tmb di Roma (due di Ama e due di Colari) ora devono viaggiare a pieno regime, altrimenti interviene il commissario. «Gli ultimi dati dei Noe ci dicono che vanno solo al 50-60 per cento», attacca Clini, anche se l’Ama sostiene che siano già al 90 per cento. Comunque sia c’è un altro elemento importante: il cdr e il css (le due sigle che sintetizzano il combustibile di rifiuti) prodotti dai rifiuti che passano nei tmb ora avranno una destinazione alternativa ai termovalorizzatori. In sintesi: nel Lazio solo i termovalorizzatori di Colleferro e San Vittore bruciano solo una parte del cdr prodotto. Il resto per mancanza di impianti va in discarica. Bene, un altro decreto del ministero dell’Ambiente consente di bruciare quel materiale anche negli impianti industriali e nei cementifici. «Se pure in questo modo non si riesce a bruciare tutto il cdr o il css  precisa Clini  Ama dovrà comunque siglare accordi con impianti di altre regioni». Sarà anche incrementata la capacità di produzione della fos (frazione organica stabilizzata). Spiega la nota del Ministero dell’Ambiente parlando dei rifiuti trattati nei Tmb: «In particolare il decreto prevede che la produzione di cdr (o di css) deve essere portata a un livello minimo tra il 35% e il 40%; la produzione di fos deve essere portata a un livello minimo compreso tra il 30% e il 35%; il livello degli scarti non compostabili (compreso il vetro) non deve superare il 25%; il recupero dei metalli deve essere assicurato almeno nella misura del 3%».

Si diceva dei poteri ancora più forti conferiti a Sottile. Spiegano al ministero dell’Ambiente: «Il provvedimento inoltre conferisce più poteri al commissario per la crisi rifiuti di Roma, il quale dovrà sbloccare le autorizzazioni e adeguare ai nuovi standard gli impianti di trattamento dei rifiuti. Il commissario dovrà anche controllare la destinazione dei combustibili Cdr e Css prodotti dagli impianti. Se gli impianti del Lazio non sapranno dove destinare i materiali selezionati per il riciclo o per il riutilizzo energetico, il commissario disporrà che provveda l'Ama, anche facendo ricorso a impianti di altre regioni». Resta la domanda. Il primo luglio, quando chiuderà Malagrotta, servirà una discarica? Clini aveva sempre detto no, ma il significato vero di quella risposta è che non servirà una nuova Malagrotta. Ieri hanno spiegato dal Ministero: «Con questo intervento sarà possibile ridurre in maniera decisiva il conferimento in discarica: l'obiettivo è arrivare a giugno in condizioni diverse e migliori. Si potrà valutare a quel punto se (e a quali condizioni) possa servire a Roma una discarica di servizio».

ROMA

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