12/04/12

Più certezza sulle rinnovabili e scelte chiare

“I nuovi obiettivi fissati per il 2020 sono apprezzabili, ma nella pratica con questi decreti si rischia di frenare lo sviluppo delle energie pulite e di vanificare quei traguardi. Ci auguriamo che la Conferenza Stato – Regioni apporti delle correzioni e che il governo ascolti le preoccupazioni del mondo delle rinnovabili”. Mancano inoltre altri decreti importanti come quello relativo al biometano e al termico.

“Gli obiettivi di sviluppo della produzione di energia elettrica dalle rinnovabili, più ambiziosi di quelli precedentemente fissati, vanno nella direzione giusta. Raggiungere il 35 per cento entro il 2020, peraltro, è per l’Italia una meta più che realistica, considerati i risultati già raggiunti. Sono numeri che confermano come lo sviluppo delle rinnovabili sia ormai un pilastro fondamentale della strategia energetica del nostro paese. Quando dagli obiettivi dichiarati si passa però alle procedure ed agli strumenti previsti nei decreti, nascono serie preoccupazioni sul rischio che lo sviluppo delle rinnovabili possa essere invece di fatto frenato, con ripercussioni negative per gli investimenti e per l’occupazione in un settore cruciale della green economy”.

“Non è in discussione il fatto che venga gradualmente ridotta l’entità degli incentivi, ad esempio per il fotovoltaico, via via che si riducono i costi delle tecnologie e ci si avvicina alla ‘grid parity’, né la necessità di tenere sotto controllo il costo complessivo degli incentivi; abbiamo sempre ritenuto che si debbano valorizzare anche in questo settore gli investimenti produttivi e le filiere industriali nazionali, contrastando logiche di rendita e di speculazione finanziaria”.

“Ciò che ci preoccupa è il fatto che si introducano limiti di crescita alle rinnovabili ampiamente al di sotto delle potenzialità di sviluppo, che una troppo drastica riduzione degli incentivi in una fase già segnata da enormi difficoltà di accesso al credito per le famiglie e le imprese possa bloccare gli investimenti, e non di meno ci preoccupa che si prevedano anche per impianti di piccole dimensioni complesse procedure burocratiche come quelle legate ai registri. C’è da augurarsi dunque che anche attraverso la Conferenza Stato - Regioni i punti più critici siano corretti e che il governo tenga conto delle preoccupazioni degli operatori e delle imprese del settore”.

“Per una regione come l'Emilia Romagna che ha puntato in maniera strategica sulle rinnovabili è indispensabile che vi siano condizioni certe che consentano agli operatori di programmare le proprie attività" Così come crediamo sia indispensabile regolamentare l'impatto ambientale e sociale di alcune tipologie di rinnovabili come le biomasse seguendo le linee approvate dalla recente mozione alla Camera presentata dal PD"

La linea del nostro partito deve essere chiara: le rinnovabili, l'efficienza energetica, il riciclo e il recupero di materia, l'agricoltura di qualità sono le basi per uno sviluppo che può caratterizzare il nostro paese e la nostra regione anche e soprattutto in questa fase di crisi 

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