27/04/12

Il resoconto del mio intervento sulla parte ambientale del Documento di Programmazione Economica

Alessandro BRATTI (PD) rileva anzitutto che il contenuto del DEF è frutto di una concezione riduttiva delle politiche ambientali e di una visione sbagliata dello sviluppo sostenibile da ritenere strumento

e fattore importante per uscire dalla crisi e per affermare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. È questa la ragione, a suo avviso, della mancanza in tale provvedimento di alcuni riferimenti a iniziative ed obiettivi che invece vanno messi o riportati al centro dell’azione del Governo nazionale. Passa quindi ad illustrare le più evidenti criticità del documento, sottolineando anzitutto la necessità che il Governo provveda a correggere gli schemi di decreti interministeriali sulle rinnovabili adottati recentemente dal Governo, al fine di scongiurare il rischio del blocco di un settore fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi internazionali assunti dall’Italia, fortemente innovativo, e in crescita anche durante questi anni di crisi finanziaria ed economica. Allo stesso modo ritiene sbagliato che nel DEF e nei documenti ad esso allegati non si riconosca né si valorizzi l’apporto che dal rafforzamento dell’industria del riciclo e di una gestione corretta del ciclo dei rifiuti potrebbe venire anche in termini di nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro. Giudica, quindi, negativamente la mancanza nel DEF di qualsiasi riferimento alle politiche di adattamento climatico, che pure costituiscono il terreno sul quale costruire, fra l’altro, efficaci politiche di prevenzione delle calamità naturali, di mitigazione del rischio idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio. Viceversa, ritiene positivo e ben sviluppato il tema della valorizzazione e del riutilizzo delle aree industriali dimesse, anche di quelle urbane, assoggettate ai rigidi vincoli normativi e alle severe procedure amministrative che regolano la materia della bonifica dei siti di interesse nazionale (SIN) in modo tale da impedire qualsiasi iniziativa di riutilizzo parziale e di reindustrializzazione di tali aree.
Conclude, infine, richiamando il Governo alla necessità di tenere sempre ben presente nell’adozione delle misure di semplificazione, l’esigenza fondamentale di non indebolire, ma al contrario, di ammodernare e rafforzare, il sistema dei controlli ambientali (e le strutture amministrative quotidianamente chiamate ad effettuarli), che è strumento fondamentale, non solo di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, ma anche di tutela della legalità e della concorrenza e della qualità in economia.

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