18/04/12

Forse qualche riflessione si deve fare: da intervista sul Carlino

La fine tragica di Piermario Morosini e del pallavolista Vigor Bovolenta, da uomo di sport, spero solleciti una riflessione generale su cosa sta diventando lo sport agonistico oggi. E lo dice uno che questo mondo lo ha conosciuto da vicino».
Alessandro Bratti oggi lavora a Roma, come deputato del Pd, ma in passato è stato un pallavolista con dieci anni di A2 alle spalle e, successivamente, assessore comunale allo sport. Inevitabile sollecitarlo sulle discussioni che la tragica fine del calciatore del Livorno ha suscitato. «Non voglio iscrivermi al partito di chi ragiona solo sull’ondata emotiva, e nemmeno dare pareri medici — spiega Bratti — però credo che una riflessione vada fatta. Questi atleti, l’ho sentito dire in questi giorni anche dal calciatore Antonio Di Natale, giocano tante partite e troppo ravvicinate. Non ho dubbi sul fatto che siano tutti preparati e seguiti da staff medici di primissimo livello, però mi chiedo quanto un essere umano possa reggere al mix di fatica, tensione e stress che una partita richiede. Una volta certi discorsi si facevano solo per ciclisti e maratoneti, ora si è allargato a tutti gli sport». Bratti va oltre e allarga la questione al mondo dei dilettanti e degli amatori. «Non so se Morosini si sarebbe potuto salvare, certo è che tanti campi sportivi e palestre, anche nel Ferrarese, dovrebbero essere dotati di defibrillatore e kit di primo soccorso, invece molto spesso non è così. 
Dobbiamo fare tutti di più per migliorare la prevenzione in palestre frequentate ogni settimana da migliaia di persone. I costi elevati? Credo valga la pena ragionare con le fondazioni bancarie, perchè non c’è atto più socialmente utile di salvare una vita».

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