27/05/09

Un esempio di attività bipartisan..

Lettera di Andrea Camporese per interpellanza relativa alla posizione pensionistica di numerosi giornalisti del settore pubblico

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ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA DEI GIORNALISTI ITALIANI
“Giovanni Amendola ”


Il Presidente
Roma, 26 maggio 2009
Prot. n. 236 00198 - Via Nizza, 35
tel. 06/8578206-8 – fax 06/8578201




On.le Alessandro Bratti
On.le Sandra Zampa
Deputati della XVI legislatura
Partito Democratico

On.le Giuliano Cazzola
Vice Presidente XI Commissione Permanente-Lavoro

On.le Giuseppe Giulietti
Deputato Italia dei Valori
Portavoce Ass. Articolo 21

Dott. Franco Siddi
Segretario generale Fnsi

Dott. Gino Falleri
Presidente Nazionale Gus

Dr.ssa Maria Luigia Casalengo
Segretaria Nazionale Gus

Dott. Stefano Gruppuso
Vice Presidente Gus Emilia Romagna

Dott. Giovanni Rossi
Segretario generale aggiunto Fnsi

Ai Componenti del
Consiglio di Amministrazione

Al Presidente ed ai Componenti
del Collegio Sindacale

Ai Fiduciari degli
Uffici di corrispondenza


Recentemente ho ricevuto da più parti richiesta di attenzione per un problema che vede protagonisti una parte dei giornalisti degli Uffici stampa transitati all’Inpgi per legge, dal 1° gennaio 2001, in particolare quelli che, al momento del passaggio all’Inpgi, potevano far valere almeno 18 anni di contribuzione accreditata presso l’Inpdap alla data del 31.12.1995. Tale situazione, in base al precedente regime previdenziale (legge 335/1995), avrebbe consentito loro il mantenimento all’Inpdap del più vantaggioso sistema di calcolo retributivo della pensione.

Nel 2007 una circolare del Ministero del Lavoro (nota n. 5781 del 19.1.2007) ha ritenuto ammissibile l’erogazione della pensione a carico dell’Inpdap a favore dei giornalisti dipendenti dalla Pubblica amministrazione che – in costanza di rapporto di lavoro – transitassero dal regime Inpdap a quello Inpgi, purchè gli stessi al momento della cessazione del servizio potessero far valere presso l’Inpdap i requisiti contributivi minimi (20 anni per la pensione di vecchiaia e almeno 35 per la pensione di anzianità).

Per questi colleghi non si pone alcun problema perché, in tali casi, l’Inpdap eroga un trattamento di pensione autonomo con il sistema retributivo o contributivo, a seconda che abbiano più o meno di 18 anni accreditati al 31.12.1995, e l’Inpgi liquida una pensione di vecchiaia supplementare, determinata con il sistema di calcolo retributivo.

Il problema esiste soltanto per i colleghi che, prima di raggiungere i 65 anni di età necessari per andare in pensione di vecchiaia, raggiungano i 40 anni complessivi di contribuzione (Inpdap + Inpgi) senza averne accreditati all’Inpdap almeno 35 (requisito minimo per la pensione di anzianità).

Quando si verifica questa condizione il giornalista viene ad essere pesantemente penalizzato perché può andare in pensione di anzianità pro rata Inpdap-Inpgi soltanto usufruendo delle norme sulla totalizzazione (D.Lgs. n. 42/2006) che, appunto, prevedono l’applicazione del meno vantaggioso sistema di calcolo contributivo, pur in presenza di quel requisito dei 18 anni al 31.12.1995, requisito che, in base alla precedente normativa, avrebbe consentito loro di avere il calcolo retributivo su tutta la vita lavorativa.

Attualmente, in assenza di un intervento legislativo che metta riparo ad una situazione oggettivamente penalizzante, per queste casistiche l’unica soluzione praticabile è che il giornalista chieda all’Inpdap l’applicazione della legge 322/1958 che consente la costituzione della posizione assicurativa presso l’Inps. Solo così potrà ottenere una pensione di anzianità pro-quota, vedendosi liquidate, in base alla legge 1122/1955, due rate di pensione una dall’Inps e una dall’Inpgi, calcolate entrambe con il sistema retributivo. E’ consigliabile valutare la scelta di questa soluzione caso per caso, a seconda della composizione della propria retribuzione, perché ogni situazione personale differisce dalle altre.

Rimane sempre valida, comunque, la possibilità prevista in generale di operare la ricongiunzione ex legge n. 29/79 che consente il trasferimento delle contribuzioni Inpdap e Inpgi presso l’Inps, a titolo gratuito.

Questa situazione, discriminatoria nei confronti di alcuni giornalisti della pubblica amministrazione, soprattutto di quelli con una maggiore anzianità contributiva, ai quali al momento dell’entrata in vigore della legge di passaggio obbligatorio all’Inpgi non è stata consentita nessuna possibilità di opzione per il mantenimento del precedente regime previdenziale (a differenza di quanto è avvenuto per il trasferimento dei giornalisti pubblicisti) è stata oggetto di due interrogazioni parlamentari, provenienti dall’on.le Giuliano Cazzola (PDL), dagli on.li Alessandro Bratti e Sandra Zampa (PD) e dell’interessamento a me manifestato dall’ on.le Giulietti.

Al momento, fatta eccezione per la possibilità di costituzione della posizione assicurativa presso l’Inps, l’unica via per la soluzione di questo problema, che fortunatamente non investe un numero notevole di colleghi, ma che ha comunque una valenza molto forte in termini economici di decurtazione della pensione, è quella di una modifica legislativa.

E’ positivo che esponenti politici di orientamento diverso, attraverso le interrogazioni parlamentari citate, abbiano dimostrato sensibilità verso questo problema. L’Istituto, dovrà muoversi con ulteriori iniziative volte a sollecitare l’adozione di un provvedimento di legge che ponga rimedio a questa situazione, consentendo ai colleghi che possiedono i requisiti di poter beneficiare di pensioni pro-rata calcolate con il sistema retributivo, così come sarebbe avvenuto prima del passaggio – obbligato, senza possibilità di opzione – dall’Inpdap all’Inpgi.

Questa soluzione non comporterebbe ulteriori aggravi di spesa per l’Inpdap, lasciando intatto un diritto che sussisteva precedentemente. Il Tavolo tecnico che il Ministero del Lavoro e la Presidenza del Consiglio hanno garantito per affrontare gli innumerevoli problemi che attraversa la categoria, sarà l’occasione da parte dell’Inpgi per porre ufficialmente la questione.

Cordiali saluti.


Andrea Camporese


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