15/05/08

Della Seta dal Senato

Il testo dell'intervento di ieri di Roberto Della Seta
in aula al Senato nel dibattito sulla fiducia al governo

MERCOLEDI' 14 MAGGIO 2008

Signor Presidente, Signor Presidente del Consiglio, colleghi senatori.

Presentando davanti alle Camere il suo governo Lei, onorevole Berlusconi, ha usato toni di responsabilità politica e istituzionale che hanno riscosso un generale apprezzamento, come apprezzato e largamente condiviso è stato il Suo appello perché l'Italia, gli italiani, si uniscano per ritrovare fiducia nel futuro. Solo così, Lei ha detto, solo credendo in noi stessi e nelle nostre possibilità come popolo, potremo crescere in economia e in benessere e svolgere un ruolo da protagonisti in Europa e nel mondo.

Per crescere, per prosperare, per essere un Paese rispettato e considerato, dobbiamo però sapere bene quali sono i problemi più urgenti nel mondo d'oggi, e fare la nostra parte per affrontarli. Tra questi ce n'è uno, Signor Presidente del Consiglio, che lei nel Suo discorso ha completamente ignorato: è il tema dei mutamenti climatici, della necessità per fronteggiarli di cambiare drasticamente i modi di produrre e di consumare energia.

Questa assenza ci preoccupa e dovrebbe, credo, preoccupare tutti gli italiani. La questione dei mutamenti climatici non è né di sinistra né di destra. In Europa tutti i capi di governo - da Sarkozy a Zapatero, da Angela Merkel a Tony Blair e Gordon Brown - ne hanno fatto una delle priorità di azione dei loro governi. Il clima che cambia non è nemmeno un problema solamente ambientale. Come ha documentato l'ormai celebre Rapporto Stern, comporta già oggi danni sociali ed economici rilevanti: se la spirale del riscaldamento globale non verrà interrotta, l'economia mondiale rischia il collasso.

D'altra parte, fare le cose necessarie a ridurre le emissioni che alimentano i mutamenti climatici - cioè prima di tutto investire in efficienza energetica, in risparmio e in fonti rinnovabili, così da ridurre l'uso di petrolio e carbone che sono la causa principale dei mutamenti climatici - favorisce anche lo sviluppo: perché come dimostra l'esempio dei Paesi più virtuosi in questo campo, dalla Germania al Giappone, promuove l'innovazione tecnologica, fa crescere la competitività delle imprese, fa nascere nuovi posti di lavoro.

L'Europa sta camminando con coraggio su questa strada, l'Italia malgrado qualche recente passo avanti è in grave ritardo. Siamo lontanissimi dagli obiettivi fissati dall'Unione europea, siamo lontanissimi dai target assegnatici dal Protocollo di Kyoto. Fra 18 mesi a Copenaghen verrà firmato il nuovo trattato sul clima: il rischio concreto è di arrivare a questo appuntamento indossando la "maglia nera" d'Europa.

Il Pd ha messo questi temi - la lotta ai mutamenti climatici, una radicale riconversione delle politiche energetiche - al centro del proprio programma. L'obiettivo dell'Italia, abbiamo detto e pensiamo, dev'essere di "rottamare il petrolio" puntando su efficienza e fonti rinnovabili a cominciare dal solare: un obiettivo reso tanto più urgente dal continuo rialzo dei prezzi del greggio, un obiettivo quanto mai strategico per un Paese come il nostro che importa tutto il petrolio che consuma. L'importanza che assegniamo a questa prospettiva è anche una delle ragioni che ci ha spinto ad andare liberi alle elezioni, non più alleati di forze che in nome di un falso ambientalismo dicono no anche ad opere, a infrastrutture - dagli impianti eolici ai rigassificatori - indispensabili proprio per difendere l'ambiente e l'uomo dall'impazzimento climatico.

Io spero, presidente Berlusconi, che a queste grandi questioni il Suo governo dedicherà più cura, più attenzione del nulla che Lei ne ha detto nel Suo discorso e anche del nulla che fece in materia tra il 2001 e il 2006 il Suo precedente governo. Noi faremo il possibile a questo scopo. Faremo il possibile perché sul punto della lotta ai mutamenti climatici voi finiate per assomigliare più alla destra francese di Sarkozy, a quella tedesca di Angela Merkel, che non a quella di un altro presidente del consiglio italiano. Si chiamava anche lui Silvio Berlusconi, davanti alle Camere quattordici anni fa disse testualmente che il riscaldamento globale è una bugia inventata dagli ambientalisti.

Grazie.

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