Per
l'Ilva "e' un momento delicatissimo servono fondi subito, parlo di
settimane non mesi perchè di stato patrimoniale un'azienda può morire in
una notte".
Così Andrea Guerra consigliere strategico di Matteo Renzi
prima di entrare in audizione in commissione Industria al Senato. Guerra
ha poi risposto un secco "no" a chi gli chiedeva se fosse interessato a
prendersi in carico il risanamento e il rilancio dell'Ilva. Per
permettere al siderurgico di entrare al più presto nella disponibilità
di fondi "ci sono tre vie con tempi diversi", ha spiegato Guerra. "Il
primo è riuscire a chiudere in contenzioso con Fintecna dai quali
dovrebbero arrivare 100-150 milioni". Il secondo è quello di velocizzare
la costituzione della newco "e di patrimonializzarla bene", la terza
via è quella di "facilitare al massimo la strada intrapresa dai pubblici
ministeri di Milano" per entrare in possesso dei fondi dei Riva
attualmente sotto sequestro o confiscati.
"Fatto questo, l'Ilva è
un'azienda facile da risanare e da portare agli utili". Parlando poi
della composizione del capitale della newco Guerra ha detto: "penso che
dovrebbe essere per larghissima parte, se non totalmente, a capitale
pubblico. Il ruolo dei privati, nel caso, dovrebbe essere di piccola
portata".
Guerra ai Riva, arbitro ha già fischiato fine partita
"Ai
Riva dico: l'arbitro ha già fischiato il fine partita. Sono passati due
anni e mezzo e in questo tempo non hanno mai presentato un piano
industriale, ora siamo oltre il tempo massimo" ha detto poi Guerra
parlando della lettera dei Riva inviata per evitare l'amministrazione
straordinaria dell'Ilva.
Soldi Fintecna ci sono. Prego fare in fretta
"Fintecna
- ha detto Guerra - ha chiuso il contenzioso con l'Ilva. Un contenzioso
durato quasi trent'anni. I soldi ci sono, sono 150 milioni e sono
iscritti a bilancio. Quei soldi servono. Fintecna è un'azienda dello
Stato e l'Ilva sta andando in amministrazione straordinaria. Prego tutti
di essre veloci, perchè guai se i soldi non arrivano". Il consigliere
strategico del premier ha sottolineato che nonostante la chiusura dei
contenziosi Ilva-Fintecna ci sono ancora lungaggini con "richieste di
passaggi successivi oggi per me inutili" ha detto Guerra "spero si firmi
oggi".
Arvedi, disposti entrare in newco anche piccola quota
Il
gruppo Arvedi sarebbe disposto a entrare nella newco che gestirà gli
stabilimenti dell'Ilva "anche con una piccola quota in un'ottica di
razionalizzazione del sistema italiano dell'acciaio". Lo ha detto il
cavaliere del lavoro Giovanni Arvedi presidente del gruppo Arvedi a
margine dell' audizione in commissione industria al Senato. Sempre in
questa ottica Arvedi auspicherebbe un accordo fra lo stabilimento Ilva
di Taranto e lo stabilimento Arvedi di Cremona.
"E' allettante il
pensiero di creare una dorsale fra il ciclo integrale di Ilva e il
ciclo elettrico di Arvedi. Da questa dorsale l'acciaio italiano verrebbe
rafforzato" ha detto Arvedi. Durante l'audizione Arvedi ha anche
auspicato che con "l'Ilva non succeda quello che è successo con Terni e
Piombino". Se arrivasse un imprenditore straniero: "bisogna avere la
garanzia che resti almeno per 25 anni, non chiuda gli impianti e non
cambi il mix di produzione" ha detto. Quanto ai concorrenti indiani di
Arcelor Mittal Arvedi ha detto: "E' naturale che Arcelor Mittal
approfitta della debolezza di Ilva per non perdere quote di mercato".
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