25/11/14

Rifiuti. usato anti-crisi, da riuso in UE 800mila posti lavoro

Occhio del riciclone presenta Rapporto Nazionale 2014

Non fa bene solo all'ambiente, ma produce e produrrebbe migliaia di posti di lavoro. Il mondo del riutilizzo dei rifiuti, è un settore che genera un volume d'affari da "18 miliardi di euro, la metà dei quali generati da internet", secondo un'analisi Doxa commissionata da Subito.it e può essere la filiera cardine per il rilancio occupazionale, infatti, "lo sviluppo del riutilizzo nell'Unione potrebbe produrre 800.000 nuovi posti di lavoro, ossia un sesto della disoccupazione giovanile europea". Microsoft, ad esempio, ha stimato che "per ogni mille tonnellate di Raee trattate è necessario: per smaltirle un posto di lavoro, per riciclarle 15 posti di lavoro e per riutilizzarle 200 posti di lavoro". I dati sono presenti nel 'Rapporto nazionale sul Riutilizzo 2014: L'usato prende forma' a cura del centro di Ricerca economica e sociale 'Occhio del Riciclone', con il patrocinio morale del ministero dell'Ambiente, presentato oggi, a Roma, nell'ambito del convegno 'L'Italia del riutilizzo' realizzato in collaborazione tra Federambiente, Legambiente, Rete nazionale Operatori dell'Usato (Onu) e Occhio del Riciclone, all'interno della Settimana europea per la riduzione dei rifuti 2014.
"Quella del riutilizzo è la terza R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare) dimenticata che manca ancora in Italia- rileva Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente, aprendo i lavori- perche' va chiarito il quadro normativo del Paese, soprattuto per quanto riguarda il settore della prevenzione". Per fare questo, aggiunge Gianluca Cencia, direttore di Federambiente, "bisogna aprirsi al dibattito e bisogna allargarlo anche all'ambito territoriale. Dobbiamo proprio evitare che alcuni materiali finiscano nel circolo dei rifiuti". Il riutilizzo, infatti, è definito come "qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti". Il settore del riutilizzo in Italia e' fatto di punti vendita conto terzi, di cooperative, di botteghe di rigatteria, di negozi specializzati e di operatori ambulanti. L'universo dell'usato è stimato in circa 50.000 operatori e 80.000 persone impiegate. Ad esempio, la Rete Nazionale Operatori dell'Usato (Onu), che "rappresenta un vasto arcipelago composto da operatori ambulanti, delle strade, delle fiere, dei mercati storici e delle pulci, negozi in conto terzi, cooperative ed enti di solidarietà stima in oltre 80.000 le persone 'impiegate' nel settore", aggiunge Augusto Lacala, Rete Onu. Il settore dell'usato, comunque, anche e forse soprattutto a causa della crisi, continua a crescere. "Non esiste, infatti, alcun dubbio che il riutilizzo è un fenomeno estremamente importante, non solo in prospettiva ma soprattutto considerando ciò che già esiste- rileva 'Rapporto nazionale sul Riutilizzo 2014: L'usato prende forma' a cura del centro di Ricerca economica e sociale 'Occhio del Riciclone'- La metodologia di Lca (Life cycle assessment) sviluppata da 'Occhio del Riciclone' con l'aiuto della 'Mercatino Srl' ha mostrato, mediante i registri puntuali dei volumi riutilizzati e stime di impatto ambientale fondate su campioni molto ampi, che i 200 punti vendita affiliati a questo network hanno riutilizzato solo nel 2013, 22.390 tonnellate di materiali, ossia mediamente 112 tonnellate annue a negozio". Il network, poi, "ha restituito, nel 2013, 38 milioni di euro nelle tasche degli italiani (dato che restituisce il 50% di quanto vende ai proprietari originari delle merci). Se si considera che i negozi del network sono 200 e l'universo dei punti vendita conto terzi e' stimato tra i 2000 e i 3000 negozi, non c'e' bisogno di grandi calcoli o ragionamenti per immaginare le dimensioni del fenomeno".
(DIRE)

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