12/09/14

Orlando: “Rischio collasso per la giustizia civile”


Il Guardasigilli ieri sera a Pontelagoscuro per parlare di riforme e ecomafieQuando si parla di giustizia è bene recuperare il gusto della complessità”.

Sono queste le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervenuto ieri sera al dibattito ‘Ambiente, legalità e controlli ambientali’ alla festa Pd ‘Un Ponte d’Ambiente’ di Pontelagoscuro, rivolte a chi gli chiedeva il perché, rispetto ad alcune richieste di riforma della giustizia provenienti dalla pancia dell’opinione pubblica, la politica sia andata così cauta e in parte abbia rigettato queste proposte. Il tema del dibattito, a cui hanno partecipato anche l’onorevole Alessandro Bratti e la senatrice Rosaria Capacchione moderati dalla responsabile Giustizia del Pd estense Rita Reali, focalizzava l’attenzione sui provvedimenti in fase di approvazione riguardanti l’introduzione del reato di delitto ambientale e sulla necessità di rivedere le modalità con cui vengono effettuati i controlli ambientali.
I controlli per tutelare l’ambiente in Italia ci sono, a volte però questi tanti controlli finiscono per essere inefficaci mentre le organizzazioni malavitose continuano indisturbate le loro attività. È un po’ questo il quadro in cui agiscono le ecomafie in Italia, in particolar modo nel mezzogiorno dove la presenza dello Stato è sempre meno incisiva. “Prima che un problema di controlli- sottolinea il Guardasigilli- si tratta di un problema di affievolimento dell’autorità dello Stato a vantaggio di altre autorità malavitose che si sostituiscono ad esso. In Italia abbiamo istituti partecipativi vuoti che non fanno altro che alimentare la delinquenza. Ci vuole un sistema amministrativo solido e chiaro nel quale il tecnico o il politico siano costretti al confronto aperto con la cittadinanza in merito a scelte di carattere ambientale e urbanistico. Dobbiamo studiare nuove forme di partecipazione alla vita pubblica suggerisce il ministro solo così possiamo evitare che i problemi ambientali diventino endemici. Noi possiamo fare anche le leggi più belle del mondo e tutti i controlli che vogliamo, ma, se non cambia il modo di partecipazione alla vita pubblica, non si va da nessuna parte”.

Sulla linea del ministro anche Bratti che mette in guardia anche dai rischi di un eccesso di semplificazione normativa. “I controlli ambientali in Italia ci sono- chiarisce l’onorevole ferrarese- ma sono svolti da enti diversi non in comunicazione tra loro e tutto questo genera risultati poco soddisfacenti e, anzi, crea danno a chi opera nella legalità. Bisogna fare attenzione quando si parla di semplificazioni in Italia perché con i problemi di malavita organizzata è necessario avere leggi precise e puntuali e, talvolta, pure complesse”. Chi vive nella propria quotidianità che cosa significa mettersi contro chi opera nel malaffare è la senatrice Rosaria Capacchione, costretta ormai da anni ad avere la scorta per via delle inchieste giornalistiche da lei svolte sulle attività camorristiche. “La giustizia, anche quando si parla di ecomafie, è sempre troppo lenta: per un primo grado passano anche 7-8 anni. Io sono di Caserta e comunque poco distante da quella che è conosciuta come terra dei fuochi- spiega la senatrice pd- e io tutte queste persone che protestano e manifestano non le vedo proprio, se uno va sul posto per parlare del problema ambientale le persone si chiudono in casa. Perché? Perché lì anche la gente comune ci ha campato per decenni sull’interramento di rifiuti, alcuni hanno costruito anche la loro casa sopra a dove sono stati interrati i rifiuti”.

Vista la presenza del ministro Orlando, tra i temi della serata non poteva non esserci quello legato all’ormai prossima Riforma della Giustizia che andrà ad alleggerire soprattutto la giustizia civile, ormai oberata di lavoro che inevitabilmente causa ritardi. “La giustizia civile in Italia è in una vera emergenza: si rischia il collasso giudiziario. Abbiamo deciso di intervenire con un decreto poiché la Costituzione ce lo concede, diverso il discorso per penale che richiede una legge costituzionale. In linea di massima spiega il ministro Orlando il nostro indirizzo sul civile è quello di togliere da davanti al giudice quante più cause possiamo togliere. Separazioni, divorzi consensuali piuttosto che liti di condominio saranno risolte al di fuori delle aule giudiziarie davanti ad una figura sostitutiva che potrebbe essere un arbitro, un avvocato o un notaio. Altro tema di centrale importanza nella riforma- continua il ministro- è quello legato alla responsabilità civile dei magistrati che deve essere garantita ma che non deve essere eccessiva perché altrimenti si mina l’autonomia e la libertà del magistrato. La riforma del penale è assai più delicata poiché la maggioranza di governo al suo interno ha parecchie divergenze. Da sottolineare il fatto che abbiamo reintrodotto come reati il falso in bilancio e il riciclaggio. Bisogna fare attenzione, specialmente nel penale, a semplificare troppo perché si perdono garanzie, è necessario recuperare il gusto della complessità”. Alla fine della serata il ministro rivela anche la sua idea di Pd. “Il pd deve ancora essere costruito. spiega Orlando Penso che sia un partito non ancora in grado di rispondere a quel 41% che lo ha votato. È necessario recuperare la dimensione di progetto domandandosi con chi, contro chi e per quale tipo di società. Un partito che chiama la gente solo a votare e poi non coinvolge la cittadinanza ad esempio, nelle scelte urbanistiche, sociali o ambientali, rischia di essere un partito mutilato; e questo non voglio che sia il Pd”.

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