"Promuovere e sviluppare l'uso trasportistico della bicicletta sia
per gli spostamenti quotidiani sia per le attività
turistico-ricreative". Come?
Realizzando un "un sistema organico adeguato di infrastrutture di rete e di servizi", ovvero prevedendo la nascita di un piano generale della mobilità ciclistica all'interno di uno generale dei trasporti e della logistica. È questo l'obiettivo di un disegno di legge al Senato, a prima firma Stefano Vaccari (Pd),
che sarà presto assegnato all'esame della commissione competente per
iniziare l'iter di approvazione. "L'Italia ricordano i proponenti è tra
i pochi Paesi europei a non disporre ancora di un piano nazionale della
mobilità ciclistica e di una rete ciclabile nazionale" ed è
indispensabile colmare "il gap". Secondo i proponenti, pur rimanendo
inalterata la normativa vigente sulla mobilità ciclistica", bisogna
inquadrare "il tutto a sistema", in un contesto "di programmazione,
finanziamento e realizzazione degli interventi, garantendo a ciascun
ente territoriale competente il suo ruolo e i suoi spazi di intervento".
Per questo, come si legge nella relazione illustrativa alla pdl, è
indispensabile che il piano nazionale, gestito da un nuovo apposito
dipartimento ad hoc creato nel ministero dei Trasporti, sia "redatto in
armonia con i piani regionali della mobilità ciclistica". Anche la "rete
nazionale della percorribilità ciclistica", per i promotori
dell'iniziativa legislativa, deve nascere da un inquadramento e
coordinamento "sulla base delle reti regionali".LA RETE NAZIONALE
Come si legge nella relazione illustrativa la rete nazionale di percorribilità ciclistica dovrà: avere "uno sviluppi minimo complessivo pari ad almeno 20mila chilometri", attraversare ogni capoluogo regionale e le "principali città di interesse turistico", collegare aree naturali e prevedere aree pedonali e ztl. Inoltre dovrà essere integrata e interconnessa "con le reti infrastrutturali degli altri servizi di trasporto", cioè essere funzionale a raggiungere in bici porti, stazioni e aeroporti. Bisognerà anche puntare sul recupero della "viabilità minore esistente". La pdl introduce anche "l'itinerario ciclopedonale" quale "strada ciclabile, ovvero a basso livello di traffico, dove il ciclista ha la precedenza sull'automobilista".
I NUMERI ITALIANI
L'Italia è il Paese in Europa "con il maggior indice di motorizzazione privata - si legge ancora nella relazione illustrativa - con 61 veicoli ogni 100 abitanti", contro una media europea ferma a 46. E, secondo dati Isfor riportati nella proposta, l'auto la usano l'83% degli italiani nonostante "il 60% degli spostamenti abituali non superi i 5 Km, il 40% i 2 e il 15% l'1". Gli incidenti stradali, ricordano infine i proponenti, "costano alla collettività circa 28 miliardi di euro all'anno" e "ogni auto, che viaggia generalmente con il solo conducente, circola soltanto per due ore al giorno", rimanendo parcheggiata nelle "altre 22 ore".
(Public Policy)
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