Per l'isola del Giglio
Greenpeace chiede di avviare un processo che porti allo sviluppo di un
"Parco della Concordia", che garantisca il reale recupero e
valorizzazione dell'area della Gabbianara.
Greenpeace ha espresso la
preoccupazione che un progetto di ripristino sconsiderato possa
danneggiare ancora di più un tratto di mare gia' duramente colpito dal
disastro della Costa Concordia. Le direttive europee indicano
chiaramente che vi è l'obbligo per Costa di riparare ai danni
ambientali finora fatti, ma sottolineano anche la necessità di
prevenirne di nuovi. E sono proprio le autorità pubbliche che devono
assicurarsi che ciò avvenga, dando indicazioni sulle misure da
adottare. "Prima che inizi la folle corsa agli appalti, chiediamo una
valutazione trasparente delle condizioni dell'area e istruzioni precise
su come procedere per evitare che vengano fatti nuovi danni ambientali",
dichiara Giorgia Monti, campagna mare di Greenpeace Italia. "Per questo
abbiamo anche chiesto al ministro di far partecipare Greenpeace come
osservatore indipendente al sopralluogo immediato alle strutture del
cantiere". Greenpeace ha monitorato le operazioni di traino della Costa
Concordia e adesso intende assicurarsi che i progetti di smantellamento
vengano eseguiti nel miglior modo possibile. Deve essere garantita prima
di tutto la bonifica dei fondali e quindi il recupero dell'ecosistema
marino, evitando progetti milionari di ben scarso successo come il
trapianto di posidonia.
Tra le questioni da valutare anche la
possibilità che la permanenza di una minima parte delle strutture del
cantiere possa essere meno dannosa della totale rimozione e favorire il
ripristino dell'habitat danneggiato dal naufragio e dal cantiere. "Il
dramma del naufragio resterà sempre impresso nella storia dell'isola:
per onorare la memoria delle vittime Greenpeace propone di istituire un
'Parco della Concordia' che rappresenterebbe l'occasione per sviluppare
attività economiche, come il turismo subacqueo ed eccellenze
tecnologiche marine, in grado di compensare l'isola del Giglio e i suoi
abitanti del danno subito" continua Monti. A preoccupare gli
ambientalisti sono le questioni rimaste aperte dopo il trasferimento
della Costa Concordia. Greenpeace vuole che tutta questa fase venga
affrontata in modo trasparente e partecipato, per questo ha chiesto al
ministro Galletti l'istituzione di un tavolo tecnico che si occupi oltre
che della bonifica e ripristino dei fondali del Giglio, anche del
processo di smantellamento del relitto a Genova. "Abbiamo l'opportunità
di trasformare questa tragedia in un caso di eccellenza per la tutela
ambientale. E' importante che il governo non la sprechi, garantendo con
un'adeguata pianificazione un reale recupero dell'immagine dell'Isola
del Giglio, gravemente lesa dal naufragio, e facendo in modo che
l'esperienza dello smaltimento in Italia della Costa Concordia non resti
un caso isolato ma diventi l'occasione per creare alternative
ecocompatibili ai cimiteri delle navi in Turchia, India e altri Paesi
orientali", conclude Monti.
(ITALPRESS)
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