13/07/14

Ilva: stipendi "salvi" a Taranto, domani saranno pagati

Saranno accreditati domani gli stipendi di giugno agli 11mila dipendenti diretti dell'Ilva di Taranto.
 
In realtà  il pagamento sarebbe dovuto avvenire il 12 come da scadenza per Taranto a Genova vengono invece corrisposti il 10 di ogni mese, ma essendo ieri sabato c'è stato, si apprende da fonti sindacali, un breve slittamento. Nelle scorse settimane, a causa della grave crisi di liquidità  che da mesi investe l'Ilva, si era temuto che gli stipendi potessero saltare. Invece, come ha assicurato il commissario Piero Gnudi, le retribuzioni ci sono regolarmente mentre non c'è il premio di risultato che doveva essere corrisposto in questo mese insieme allo stipendio e che per il personale Ilva equivale ad una quattordicesima.Il premio di produzione ai dipendenti Ilva slitta però di almeno un mese. Il commissario Gnudi conta infatti di farlo accreditare ad agosto, una volta che nelle casse della società saranno afflluiti i soldi del prestito ponte che erogheranno le banche. A tal proposito, Gnudi incontrerà  martedì­ le banche a Milano. Con Intesa San Paolo, Unicredit e Banco Popolare, il commissario dell'Ilva avverà il confronto sul prestito ponte, misura necessaria a fronteggiare la crisi di liquidità  dell'azienda. A quanto pare, l'Ilva dovrebbe ottenere dai 300 ai 350 milioni di euro, soldi che riverserà negli impegni più urgenti come stipendi, fornitori e imprese appaltatrici dove, soprattutto a Taranto, si ormai cumulato un considerevole debito. Il prestito ponte era stato chiesto alle banche già  dall'ex commissario Enrico Bondi ma gli istituti di credito non l'avevano mai concesso per una serie di motivi: il mancato impegno dell'azionista (il gruppo Riva), i dubbi manifestati da più parti sulla fattibilità  del piano industriale, la situazione complessiva dell'azienda. Adesso, per persuadere le banche ad erogare i soldi all'Ilva, il Governo, nel decreto legge approvato giovedì sera, ha inserito la prededucibilità. Una vera e propria garanzia che mette al riparo le banche dal rischio di un eventuale fallimento dell'Ilva. I finanziamenti su cui sarà  possibile applicare la prededuzione possono riguardare sia la parte ambientale su autorizzazione del ministero dell'Ambiente, sia quelli funzionali "alla continuazione dell'esercizio di impresa e alla gestione del relativo patrimonio" con assenso del ministero dello Sviluppo economico, si afferma nel decreto legge. "Il ricorso alla prededucibilit si legge nella relazione che accompagna il dl ¨ volto a facilitare la concessione del finanziamento e si giustifica in ragione degli interessi di carattere generale che si intendono perseguire, in particolare il risanamento ambientale e la continuità e valorizzazione dell' impresa. Il raggiungimento di tali obiettivi giustifica la compressione dei diritti particolari dei creditori, la cui possibilità di soddisfacimento ¨, in ogni caso, rafforzata dalla continuità dell'esercizio di attività d'impresa. Il modello dell'attestazione preventiva, rispetto al momento in cui l'impresa commissariata individua il finanziatore e il finanziamento, assicura che la prededucibilità si legge ancora nella relazione rimanga circoscritta al raggiungimento degli interessi superiori di cui si è detto. Esso si specifica stato mutuato dall'articolo 182 della legge fallimentare, sostituendo al tribunale il ministro competente in ragione dello scopo del finanziamento.

La modifica del decreto legge sull'Ilva in Parlamento, è il tema all'ordine del giorno per i sindacati metalmeccanici che si sono dichiarati molto delusi al pari di esponenti politici e associazioni ambientaliste dei contenuti del decreto varato giovedì­ sera dal Cdm. Decreto che punta solo sulla prededuzione dei finanziamenti bancari all'Ilva ed esclude invece sia l'uso dei soldi sequestrati ai Riva dalla Procura di Milano per reati fiscali e valutari, sia l'istituzione di un commissario ambientale accanto al ruolo di commissario di Piero Gnudi. "Fim Fiom Uilm si legge in un documento non sono disponibili a subire una pratica dilatoria che avrebbe come unico effetto quello di aggiungere, al disastro ambientale, quello sociale e occupazionale. Il Governo Renzi dica in esplicito quali sono le azioni successive al prestito ponte, quali sono le strategie per mantenere l'integrità del ciclo integrale dello stabilimento di Taranto, se c'è davvero un credibile partner industriale e quali possono essere i nuovi assetti proprietari. Così come il Governo ha messo in sicurezza le banche con la prededucibilità dei finanziamenti in caso di default, alla stessa maniera concludono i sindacati deve dire come intende assicurare concretamente i posti di lavoro".

(AGI)

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