Cgil-Cisl-Uil: non si fermi tutto, è occasione per creare lavoro
Un altro punto chiave del Piano regionale rifiuti è l'estensione della raccolta porta a porta, su cui i sindacati sono d'accordo. Ma se fosse "disarticolata dalle fasi di riciclo e riuso avvertono potrebbe generare un rilevante aumento delle tariffe per i cittadini e il peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti". Ad oggi sono oltre 6.000 i lavoratori impiegati nella raccolta e nella selezione dei rifiuti in Emilia-Romagna. "Senza un adeguato intervento tecnologico, il lavoro rischia di diventare più faticoso e più nocivo", afferma Melloni. Inoltre, "bisogna impedire i bandi di gara al massimo ribasso e le infiltrazioni mafiose. Per questo Atersir va messa nelle condizioni di esercitare un controllo forte". Secondo Antonio Amoroso, della Cisl regionale, "non bisogna scaricare il contenimento delle tariffe sui lavoratori pagati poco". Per questo i sindacati chiedono la tariffa puntuale ("Chi piu' inquina piu' paga") e sconti per le famiglie disagiate, sulla base del reddito Isee. Infine, i confederali chiedono alla Regione di evitare "il ritorno alla gestione segmentata del ciclo dei riufiuti, col possibile ritorno alle piccole municipalità segnala Amoroso i sindaci in questi anni hanno perso un pò il controllo, gli affidamenti devono essere fatti in equilibrio tra realta' troppo grandi e realtà troppo piccole". Piuttosto, "occorrerebbe puntare su un processo industriale ben organizzato e integrato, che potrebbe garantire sicurezza e incrementi occupazionali per i lavoratori e assicurare risparmi e benefici economici per l'intera collettivit". Nel periodo 2008-2013, quindi in piena crisi, il settore dei rifiuti ha registrato un aumento del 5% degli addetti.
(DIRE)
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