11/07/14

(Er) Errani. piano rifiuti, sindacati: resta priorità, pure dopo


Cgil-Cisl-Uil: non si fermi tutto, è occasione per creare lavoro

Con le dimissioni del governatore Vasco Errani e la fine anticipata della legislatura, tra i provvedimenti che rischiano di finire nel limbo c'è anche il Piano regionale dei rifiuti, adottato a inizio anno dalla Giunta Errani e per il quale era prevista l'approvazione definitiva in aula in autunno. A lanciare l'allarme sono Cgil, Cisl e Uil, che questa mattina in conferenza stampa hanno presentato le loro osservazioni al piano. "L'auspicio è che la vicenda Errani non rappresenti un rinvio afferma Cesare Melloni della segreteria Cgil Emilia-Romagna il Piano regionale dei rifiuti è un'opportunità e dovrebbe essere la priorità". Con le dimissioni del governatore, ragiona Melloni, "nella peggiore delle ipotesi ci sarà una sospensione di qualche mese, ma che non blocca l'adozione del piano. Ci si adoperi però perchè diventi operativo al più presto". In ogni caso, avvertono i confederali, "da qui si dovrà ripartire nella nuova legislatura. La discussione non si azzera, il tempo che abbiamo davanti non deve restare vuoto", afferma Melloni. Della stessa idea è anche Giuliano Zignani della segreteria regionale Uil. "E' stato fatto un lavoro vero sul Piano rifiuti, che è una priorità avverte se non si riuscirà adesso, nella prossima legislatura lo si dovrà approvare subito". Nel merito, i sindacati vedono il Piano regionale dei rifiuti come "uno strumento di politiche industriali spiega Melloni in grado di creare nuovo lavoro". Per questo Cgil, Cisl e Uil puntano soprattutto sulla nascita dei "distretti del riciclo" e sulla filiera del riuso, previsti nel piano come una "grande innovazione" ma che al momento "ha una strumentazione incerta: cosi' come sono impostati, restano insufficienti".
Un altro punto chiave del Piano regionale rifiuti è l'estensione della raccolta porta a porta, su cui i sindacati sono d'accordo. Ma se fosse "disarticolata dalle fasi di riciclo e riuso avvertono potrebbe generare un rilevante aumento delle tariffe per i cittadini e il peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti". Ad oggi sono oltre 6.000 i lavoratori impiegati nella raccolta e nella selezione dei rifiuti in Emilia-Romagna. "Senza un adeguato intervento tecnologico, il lavoro rischia di diventare più faticoso e più nocivo", afferma Melloni. Inoltre, "bisogna impedire i bandi di gara al massimo ribasso e le infiltrazioni mafiose. Per questo Atersir va messa nelle condizioni di esercitare un controllo forte". Secondo Antonio Amoroso, della Cisl regionale, "non bisogna scaricare il contenimento delle tariffe sui lavoratori pagati poco". Per questo i sindacati chiedono la tariffa puntuale ("Chi piu' inquina piu' paga") e sconti per le famiglie disagiate, sulla base del reddito Isee. Infine, i confederali chiedono alla Regione di evitare "il ritorno alla gestione segmentata del ciclo dei riufiuti, col possibile ritorno alle piccole municipalità segnala Amoroso i sindaci in questi anni hanno perso un pò il controllo, gli affidamenti devono essere fatti in equilibrio tra realta' troppo grandi e realtà troppo piccole". Piuttosto, "occorrerebbe puntare su un processo industriale ben organizzato e integrato, che potrebbe garantire sicurezza e incrementi occupazionali per i lavoratori e assicurare risparmi e benefici economici per l'intera collettivit". Nel periodo 2008-2013, quindi in piena crisi, il settore dei rifiuti ha registrato un aumento del 5% degli addetti.

(DIRE)

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