''Ovunque nel mondo ci sono aree in sviluppo e crescita demografica in zone a rischio spiega il rapporto - specialmente in quelle costiere che sono molto piu' colpite da inondazioni, tempeste e dall'innalzamento del livello delle acque''. Al primo posto tra le catastrofi con più vittime ci sono la siccita' che ha colpito l'Etiopia nel 1983 e l'inondazione nel Bangladesh del 1970, responsabili di 300mila morti, mentre il disastro più costoso è stato l'uragano Katrina del 2005 costato oltre 146 miliardi di dollari. ''Questo tipo di disastri è in aumento nel mondo spiega Michel Jarraud, segretario generale del Wmo. I sistemi di allerta migliorati stanno aiutando a prevenire perdite umane, ma l'impatto socioeconomico dei disastri sta aumentando a causa della frequenza aumentata e della maggiore vulnerabilità delle società umane''.L'Italia è in alto nelle classifiche, con i 20mila morti causati dall'ondata di calore del 2003 conteggiati dal Wmo che costituiscono il secondo con più vittime e le inondazioni del 1994 e del 2000 rispettivamente al secondo e quarto posto tra i disastri più costosi con 14,4 e 10,7 miliardi di dollari di danni. Proprio le ondate di calore sembrano diventare sempre di piu' il rischio principale, almeno dal punto di vista del numero dei morti. Praticamente assenti dalle statistiche negli anni '70, le vittime delle temperature eccessive sono diventate infatti metà del totale appena due decenni dopo.
(ANSA)
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