26/06/14

Rifiuti: discarica Conversano,11 richieste rinvio a giudizio

Tra imputati gli imprenditori Lombardi e commissione collaudo 

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone fisiche e due società coinvolte nell'indagine sul presunto disastro ambientale causato dalla discarica di Conversano, sotto sequestro da oltre un anno. All'udienza preliminare saranno chiamati a rispondere a vario titolo dei reati di falso ideologico, omissione di atti di ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, gestione di rifiuti non autorizzata e disastro ambientale gli imprenditori Rocco e Paolo Lombardi, titolari della società 'Lombardi Ecologica Srl', proprietaria della discarica di contrada Martucci. Rischiano il processo anche Carmine Carella, direttore dei lavori della discarica; Angelo Vito Antonio Procaccio, capo impianto; Giancarlo Florio, ingegnere responsabile del cantiere; Francesco Bitetto, Antonio De Risi e Romano Donno, tutti componenti della commissione di collaudo regionale che avrebbero omesso i controlli; Antonio Albanese, amministratore della "Progetto gestione bacino Bari 5" che gestisce l'impianto; Saverio Misceo, direttore tecnico del consorzio Gestioni ambientali ed Enrico Tato', responsabile del cantiere per la ditta Lombardi ecologica srl. Secondo la ricostruzione accusatoria, la vasca che per anni ha raccolto i rifiuti (alcuni anche pericolosi e non autorizzati) non sarebbe stata costruita secondo il progetto e le norme di legge; in particolare sarebbe stata usata una quantità inferiore di argilla ("9.250 tonnellate a fronte delle 140mila previste") e questo avrebbe provocato l'infiltrazione del percolato nel sottosuolo. Così la falda sarebbe stata inquinata e, di conseguenza, anche i terreni agricoli dell'area. Secondo gli accertamenti disposti dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal sostituto Baldo Pisani, sarebbe stato provocato "un danno a prorompente diffusione e un nocumento potenzialmente espansivo e irreversibile tale da porre in pericolo la pubblica incolumita'". Negli atti del procedimento la Procura contesta "omessi controlli", la "falsificazione del collaudo" delle vasche della discarica, la "strutturale inidoneita' geologica del sito", "gravi violazioni nella realizzazione delle vasche", il "tombamento e lo smaltimento di rifiuti non autorizzati anche pericolosi" e il "non corretto smaltimento del percolato anche mediante innaffiamento".
(ANSA)

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