L'Unione Europea e i Paesi nordici rileva lo studio occupano le posizioni più alte in classifica, anche grazie alla priorità che destinano agli investimenti per lo sviluppo di economie a basse emissioni attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e politiche di efficienza energetica. La spinta verso la sostenibilità ha comportato alcuni compromessi riguardo all'accessibilità energetica, mentre le utilities e i consumatori devono scontrarsi con i prezzi e un panorama politico incerto. I risultati dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) subiscono le ripercussioni di una maggiore presenza di industrie a intenso consumo energetico e generazione di emissioni. Il Brasile, classificatosi al 22° posto, è il Paese con le migliori prestazioni di questa categoria, con l'estrazione del 50% di Pil in più per unità di utilizzo energetico rispetto alla media degli altri paesi Brics. La Cina (82° posto), il maggiore consumatore al mondo di energia, è riuscita ad aumentare l'accesso all'energia della sua popolazione, ma continua a lottare con importazioni energetiche e livelli di inquinamento in aumento. I sistemi energetici del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena) sono caratterizzati dalla ricchezza di risorse della regione, dalla prevalenza di sussidi energetici e da inefficienze che provocano conseguenze sul consumo e sulle emissioni. Nonostante quest'area geografica abbia ottenuto i migliori risultati riguardo alla sicurezza energetica, l'analisi rivela tuttavia una disparità nella distribuzione delle risorse, con 3 dei 17 Paesi che importano piu' del 90% del fabbisogno per l'energia di rete.
(Adnkronos)
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