30/04/14

E Renzi chiama la Moretti Solidarietà al premier. Alfano: “quegli applausi un gesto gravissimo”

“Ci tenevo a parlarti personalmente e ti mando un abbraccio”. Sono le parole, riferite da Patrizia Moretti, che le ha detto al telefono Matteo Renzi. Ufficialmente il presidente del consiglio, nel portare alla madre di Federico Aldrovandi la “solidarietà mia, personale e del governo” ha definito “indegna vicenda” quei cinque minuti di applausi dedicati dal congresso nazionale del Sap di Rimini ai poliziotti condannati per l’omicidio colposo del diciottenne.

“Mi ha dato subito del tu” riporta la Moretti, raggiunta poco dopo sempre in tarda serata anche dalla chiamata di Alessandro Pansa, il capo della polizia: “mi ha detto che è allibito e dispiaciuto per quel comportamento inqualificabile e ha espressa tutta la sua vicinanza e solidarietà, augurandosi di potermi incontrare prossimamente a Ferrara o a Roma”. Un’occasione per la Moretti per ribadire un concetto: “gli ho detto che va bene la solidarietà, ma è ora che prendano seri provvedimenti”.

Dopo la chiamata di Renzi, su twitter si è espresso anche il ministro dell’Interno Algelino Alfano, affermando che “quegli applausi danneggiano la Polizia e il suo prestigio. Sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c’è più e rinnova il dolore della sua famiglia”.
Proprio a Renzi (che aveva accanto al momento della telefonata i vicesegretari del Pd Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, che hanno comunicato la loro solidarietà) si era rivolta la Moretti lo scorso febbraio per chiedere la destituzione di chi ha ucciso suo figlio e che invece è stato reintegrato in servizio: “Abbiamo affidato la tutela dei nostri diritti allo Stato fa presente Patrizia Moretti: se e quando lo Stato tradisce questo compito, con grave colpa, come nel caso della morte di mio figlio, credo sia compito dello Stato essere fino in fondo rigoroso con se stesso”.

Quanto a Pansa, presente al congresso prima dell’applauso, alla madre di Federico ha voluto anche far pervenire un comunicato ufficiale del Corpo di Polizia: “alla signora Moretti il Capo della Polizia rivolge i propri sentimenti di vicinanza e di solidarietà, non riconoscendosi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell’operato delle donne e degli uomini della Polizia di Stato”.

Sulla vicenda interviene anche Ilaria Cucchi, per domandarsi “in che mondo viviamo? Senza vergogna. E soprattutto senza rispetto. Ma fatevi un esame di coscienza… Se ne siete capaci. Voi che avete la faccia tosta di applaudire coloro che hanno spezzato una giovane vita e devastato una famiglia. Vergognatevi. Dovete solo vergognarvi”.

Tra i sindacati di polizia si è espresso invece il segretario generale dell’Adp (Autonomi di polizia), Ruggero Strano, per dire che “gli applausi di oggi sono una cosa vergognosa. Questa vicenda ha mietuto solo vittime, da una parte e dall’altra. Ma utilizzare questa vicenda per facile pubblicità è altresì vergognoso”.

Ma oltre ai personaggi nazionali (ai quali si aggiunge Cecilia Strada, presidente di Emergency: “Poliziotti democratici, dite qualcosa per favore, ne ho bisogno”), sono migliaia le frasi di solidarietà recapitate alla famiglia tramite social network. Dalla parte degli Aldrovandi si schierano anche diversi politici locali.

“È aberrante quanto successo al congresso del Sap afferma Giuseppe Fornaro di Valori di Sinistra, unico tra i candidati sindaco di Ferrara a esprimersi -. Si tratta di un gesto di crudeltà ulteriore ai danni della memoria di un ragazzo innocente, della sua famiglia, di un intero paese e di un’intera comunità. Qui si è passato il segno. Siamo oltre la semplice solidarietà tra colleghi. Siamo al disprezzo per le regole, per le leggi, per le sentenze da parte di chi indossa una divisa e che quelle regole dovrebbe far rispettare sopra ogni altra cosa, anche sopra lo spirito di corpo che in uno Stato democratico non può travalicare le leggi, mai”.

Per Paolo Calvano, segretario provinciale del Pd, “quel lungo applauso non solo riapre una terribile ferita per la famiglia e tutta la comunità, ma rischia di aprire una distanza tra i cittadini e chi deve far rispettare la legge e invece per primo mette in dubbio la giustizia”. Ancora più drastico Luigi Marattin, assessore al bilancio del Comune di Ferrara: “Non lo so, in fondo, se voglio vivere e magari chissà far nascere i miei figli in un paese in cui si fanno le standing ovation con applausi a chi uccide un ragazzo di 18 anni”. Per Simone Merli, capogruppo uscente del Pd in Comune, “gli applausi del Sap sono un qualcosa di inqualificabile, un qualcosa che non ha aggettivi per esser definita. Mi viene solo una parola, una sola: vergognatevi”. “Aberrante” quanto successo per Elisa Corridoni, di Rifondazione, che non ha paura a dire “che mi dà un senso di nausea sapere che costoro sono coloro che mi dovrebbero tutelare. Non ho paura a denunciare che tante persone, pur essendo venuti alla luce i tentativi di nascondere quanto successo quella mattina, i manganelli rotti, le ferite su Aldro, continuano a giustificare i quattro e a raccontare Aldro come uno che se l’è cercata. Anche costoro mi danno un senso di profondo disagio. Nessuna giustificazione per quello che è stato, nessuno sconto”.

Di Rifondazione è anche l’assessore provinciale all’agricoltura Stefano Calderoni: Quanto avvenuto al congresso del Sap è davvero indegno di un paese democratico. A questo si aggiunge il fatto orripilante che agenti di polizia applaudano, in sfregio alla magistratura, a chi dopo aver ucciso un ragazzo è stato condannato in via definitiva da un tribunale. Questi individui hanno, per l’ennesima volta, disonorato la divisa e la Costituzione su cui hanno giurato”.

Per Leonardo Fiorentini, candidato come indipendente per Sel, sono stati “cinque minuti disumani. Tu speri, ma non c’è mai fine al peggio. Dopo questi ultimi cinque minuti di ribrezzo siete ancora lì a chiedervi perché #VialaDivisa?”.

Sulla vicenda interviene anche l’avvocato della famiglia, Fabio Anselmo per far notare come “oggi una grande associazione rappresentativa degli agenti di polizia di Stato ha inneggiato a coloro che hanno provocato la morte di Federico Aldrovandi. Nessuna minimizzazione è tollerabile. Sap e Coisp quanta parte della Polizia di Stato rappresentano?”.

Prima della mezzanotte arriva anche la replica del Sap: “L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito” insiste il neosegretario generale Gianni Tonelli, che ritiene “affrettati alcuni giudizi espressi: quattro vite sono state definitivamente rovinate dai danni subiti e, da ultimo, sono stati trascinati in un giudizio davanti alla Corte dei Conti per un risarcimento all’erario complessivo di circa 2 milioni di euro, senza che alcuna autorità abbia individuato l’entità di tale somma e senza essere stati coinvolti dall’Amministrazione della pubblica sicurezza nella transazione privata con la famiglia”.

Tonelli fa un paragone con un incidente stradale: “la morte di chiunque è un evento infausto, ma non necessariamente la colpa deve essere attribuita a qualcuno: migliaia di giovani ogni anno muoiono alla guida dei loro automezzi, ma non per questo la colpa è delle strade. Porre una pietra sopra all’accaduto, ci pare una soluzione troppo comoda. La nostra è unicamente un’azione finalizzata non a suggerire un’interpretazione degli eventi sulla questione di cui stiamo parlando, ma che tenta di avvicinare i cittadini alla verità processuale consentendo loro di accedere a tutti gli atti del processo. La Giustizia è amministrata in nome del Popolo italiano? A loro la sentenza inappellabile. Noi chiediamo unicamente di perseguire una strada che l’ordinamento giuridico ci garantisce, ossia il giudizio di revisione: è un diritto dei nostri colleghi e intendiamo sostenerli su questo percorso”.

ESTENSE

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