"DissestoItalia" è il portale creato da Ance, Consiglio nazionale architetti, Consiglio nazionale
geologi e Legambiente.
Il sito contiene la raccolta degli eventi atmosferici più gravi che hanno interessato l'Italia dal 1910 ad oggi e raccoglie documenti, dati, video interviste e reportage dai luoghi colpiti dal dissesto idrogeologico. In evidenza gli scavi archeologici allagati dalle recenti piogge: a Sibari in Sicilia e in Basilicata
la chiesa di Pisticci e gli scavi di Metaponto. In evidenza anche la
situazione dell'Arno a Firenze: "Con un'alluvione paragonabile a quella
del 1966, molte aree di Firenze a partire dal centro storico, verrebbero
di nuovo allagate e i danni ammonterebbero a diversi miliardi di euro" si legge nel video reportage che ricostruisce con una simulazione l'eventuale allagamento. L'obiettivo del portale, secondo gli organizzatori è "far luce su cause e dimensioni del fenomeno in Italia ma soprattutto di proporre soluzioni concrete e condivise". I risultati del lavoro, durato tre mesi hanno lo scopo di"sensibilizzare politica, istituzioni e opinione pubblica".
"Non possiamo continuare ad aspettare che siano le cronache dei giornali ad accendere iriflettori sul problema del dissesto idrogeologico" commenta il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti in una nota. "Ci sono risorse stanziate per la prevenzione ferme da 4 anni. Facciamo appello alle istituzioni perché vengano immediatamente sbloccate. Occorre, inoltre, mettere fine al paradosso che permette di spendere le risorse dopo i disastri mentre il patto di Stabilità non consente ai Comuni di intervenire prima che questi avvengano". Per Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti il paese "ha bisogno di quella grande infrastruttura chiamata manutenzione del territorio". Aggiunge Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, "l'informazione che si vuol dare ai cittadini attraverso questo documentario assume una funzione strategica, perché
contribuirà a renderli più consapevoli del fenomeno ed a pretendere una reale azione di difesa del suolo, che purtroppo ancora manca nel programma politico italiano". Da ultimo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente aggiunge: "Parole ne sono state dette troppe, spesso accompagnate da lacrime di coccodrillo, ora subito tre misure: impedire che i fondi per la riparazione vengano
impiegati per ricostruire le stesse opere che hanno causato le situazioni di rischio destinandole invece alla loro delocalizzazione, avviare un piano d'informazione alla cittadinanza, stabilire un piano finanziario consistente sulla base di un adeguamento tecnico-scientifico dei piani di bacino.
(Public Policy)
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