14/01/14

"Un contratto di fiume per il Bacino del Po"


Da Zadro (Agende 21) una proposta per superare le barriere amministrative Turismo, riqualificazione e produzioni sostenibili per candidarsi ai fondi Ue
 
C’è uno strumento per saltare i "recinti" amministrativi e sviluppare in concreto le potenzialità di un asse di sviluppo che corra lungo il Po e coinvolga città di più Regioni? La risposta di Rossella Zadro, assessore comunale all’Ambiente, si chiama Contratti di fiume, cioè gli strumenti pensati e utilizzati proprio per coinvolgere più soggetti istituzionali nella riqualificazione dei bacini fluviali. "Per come si stanno sviluppando i Contratti di fiume a livello nazionale, si fanno sempre più chiare le loro potenzialità come strumenti in grado di realizzare a scala locale programmi e progetti trasversali che integrano la tutela dell’ambiente con la sicurezza e lo sviluppo partendo proprio dall’elemento fiume quale elemento identitario a cui la comunità si riferisce. In questo caso da un’ampia area come quella del Bacino padano sottolinea Zadro, anche nella veste di presidente nazionale delle Agende 21 A questo proposito rappresenta un’opportunità proprio l’attuale lavoro che si sta realizzando per la predisposizione dei documenti d’indirizzo per la prossima programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020.
E qui i Contratti di fiume assumono un ruolo chiave". Gli obiettivi di questi contratti, infatti, sono oltre che la riduzione dell’inquinamento delle acque e del rischio idraulico, anche la "riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi" all’interno del corridoi fluviali. È quindi possibile, ad esempio, sviluppare con questi contratti dei progetti di turismo lento e sostenibile, bici più barca, e di riqualificazione degli insediamenti produttivi (pure i petrolchimici di Mantova e Ferrara sono all’interno di questo bacino) e anche l’agricoltura. Ed è possibile farlo mettendo assieme, recita la "carta d’identità" dei contratti, "Comuni, Province, Agenzie d’ambito ottimale, Regioni, imprese, cittadini, associazioni ecc". Zadro ci aggiunge i Gruppi di azione locale sul progetto Leader, i Consorzi di Bonifica, Bacini Imbriferi Montani e patti territoriali, ricordando inoltre che Ferrara ha firmato il patto per realizzare Vento, la maxi-ciclabile Venezia-Torino che corre lungo l’asta del Po. "La natura ci ha fornito tutti gli elementi per decidere»" è la sua conclusione. Tra gli esempi di contratti di fiume già siglati ci sono quelli, a sfondo ambientale, del bacino idrografico Lambro-Seveso-Olona, o quello interregionale del Tevere, tra Umbria e Lazio. Si è trasferito intanto sul flusso virtuale di internet il progetto di Oriente Padano, il macroterritorio tra le province di Mantova, Ferrara, Rovigo e Ravenna che ha fatto partire, ormai una decina di anni fa, il dibattito sulla prospettiva di un’asse di sviluppo alternativo alla via Emilia e all’intasata pianura veneta. "Nessun ente locale ha voluto riprendere il progetto, cos ì ci siamo concentrati sul portale aperto ormai da due anni racconta Renato Turbati, project manager del mantovano Sinopsis Lab, proprietario del marchio e del portale - Stiamo mettendo in rete tutte le potenzialità di questo territorio, allargabile a Reggio, Modena e Cremona, traducendole in cinque lingue cinese compreso. C’è da sfruttare l’occasione dell’Expo 2015 e le opportunità dei finanziamenti europei, in campi come le tipicità agroalimentari e il turismo, ma ormai ci rivolgiamo esclusivamente ai privati". Chissà che l’imminente dissolvimento delle Province non funzioni da stimolo anche per qualche amministratore. Stefano Ciervo

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