17/01/14

Rifiuti: troppa plastica in discarica, serve strategia Ue di prevenzione/focus

Serve una strategia europea per ridurre i rifiuti di plastica.

Per questo in una risoluzione approvata in settimana nel corso della sessione plenaria a Strasburgo, l'Europarlamento afferma che le plastiche più pericolose e alcuni sacchetti di plastica dovrebbero essere banditi entro il 2020, secondo la strategia dell'Unione europea per ridurre i rifiuti di plastica nell'ambiente. Inoltre l'Ue dovrebbe introdurre obiettivi vincolanti per il riciclaggio dei rifiuti di plastica. Approvando il report, il Parlamento invita la Commissione europea a presentare, entro il 2014, proposte per eliminare progressivamente, entro il 2020, lo smaltimento in discarica dei rifiuti riciclabili e recuperabili, senza incentivarne l'incenerimento. Nel documento gli eurodeputati sottolineano che i rifiuti di plastica sono dannosi per l'ambiente: la plastica, infatti, si accumula in grandi quantità (secondo le stime, un totale di 80 milioni di tonnellate starebbe galleggiando nell'Oceano Atlantico e nell'Oceano Pacifico) e permane nell'ambiente per centinaia di anni distruggendo la vita marina, causando reazioni tossiche e rilasciando negli ecosistemi, e quindi nella catena alimentare, interferenti endocrini, sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, nanoparticelle e inquinanti organici persistenti. I deputati, dunque, propongono che nella legislazione comunitaria dovrebbero essere inclusi obiettivi specifici vincolanti per la raccolta e la separazione fino all'80 % dei rifiuti. I criteri obbligatori per la riciclabilita' e i criteri armonizzati per la raccolta e la separazione dei rifiuti devono essere formulati in modo da garantire una concorrenza leale. Infine dovrebbe essere rivista la direttiva Ue in materia di rifiuti di imballaggio.

Tra le strategie che consentono una riduzione dei rifiuti c'è sicuramente l'utilizzo di materiali biodegradabili. E in questo campo sono diverse le aziende impegnate sul tema dell'innovazione di prodotto. E' il caso della Sant'Anna BioBottle prodotta da Vinadio: la prima bottiglia completamente biodegradabile e compostabile che può essere conferita nella raccolta differenziata dell'organico.Un bel vantaggio, se si pensa che ben il 37% degli italiani consuma esclusivamente acqua minerale. La bio-bottiglia, inoltre, e' la prima bottiglia di origine vegetale. Per la sua realizzazione, infatti, non viene utilizzata una goccia di petrolio ed e' biodegradabile in soli 80 giorni. C'è poi anche la Novamont che ha dato vita al Mater-Bi®, bioplastica biodegradabile e compostabile che utilizza componenti vegetali, come l'amido di mais, e polimeri biodegradabili ottenuti sia da materie prime di origine rinnovabile che da materie prime di origine fossile. Svariate le applicazioni e i settori d'impiego; dal settore agricolo (pacciamatura, legacci), alla ristorazione (piatti, posate, bicchieri, vassoi), dagli imballaggi (frutta e verdura freschi, muesli, prodotti da forno), agli accessori, giocattoli, e biofiller per il settore auto. Da una recente indagine realizzata da Novamont in collaborazione con Hydra Institute for Marine Sciences che verrà verificata col progetto Openbio, finanziato dalla Commissione Europea, in ambiente marino un sacchetto in Mater-Bi®, in 8 mesi biodegrada al 90%. 
(Adnkronos)

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