Serve una strategia
europea per ridurre i rifiuti di plastica.
Per questo in una risoluzione
approvata in settimana nel corso della sessione plenaria a Strasburgo,
l'Europarlamento afferma che le plastiche più pericolose e alcuni
sacchetti di plastica dovrebbero essere banditi entro il 2020, secondo
la strategia dell'Unione europea per ridurre i rifiuti di plastica
nell'ambiente. Inoltre l'Ue dovrebbe introdurre obiettivi vincolanti per
il riciclaggio dei rifiuti di plastica. Approvando il report, il
Parlamento invita la Commissione europea a presentare, entro il 2014,
proposte per eliminare progressivamente, entro il 2020, lo smaltimento
in discarica dei rifiuti riciclabili e recuperabili, senza incentivarne
l'incenerimento. Nel documento gli eurodeputati sottolineano che i
rifiuti di plastica sono dannosi per l'ambiente: la plastica, infatti,
si accumula in grandi quantità (secondo le stime, un totale di 80
milioni di tonnellate starebbe galleggiando nell'Oceano Atlantico e
nell'Oceano Pacifico) e permane nell'ambiente per centinaia di anni
distruggendo la vita marina, causando reazioni tossiche e rilasciando
negli ecosistemi, e quindi nella catena alimentare, interferenti
endocrini, sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la
riproduzione, nanoparticelle e inquinanti organici persistenti. I
deputati, dunque, propongono che nella legislazione comunitaria
dovrebbero essere inclusi obiettivi specifici vincolanti per la raccolta
e la separazione fino all'80 % dei rifiuti. I criteri obbligatori per
la riciclabilita' e i criteri armonizzati per la raccolta e la
separazione dei rifiuti devono essere formulati in modo da garantire una
concorrenza leale. Infine dovrebbe essere rivista la direttiva Ue in
materia di rifiuti di imballaggio.
Tra le strategie che
consentono una riduzione dei rifiuti c'è sicuramente l'utilizzo di
materiali biodegradabili. E in questo campo sono diverse le aziende
impegnate sul tema dell'innovazione di prodotto. E' il caso della
Sant'Anna BioBottle prodotta da Vinadio: la prima bottiglia
completamente biodegradabile e compostabile che può essere conferita
nella raccolta differenziata dell'organico.Un bel vantaggio, se si pensa
che ben il 37% degli italiani consuma esclusivamente acqua minerale. La
bio-bottiglia, inoltre, e' la prima bottiglia di origine vegetale. Per
la sua realizzazione, infatti, non viene utilizzata una goccia di
petrolio ed e' biodegradabile in soli 80 giorni. C'è poi anche la
Novamont che ha dato vita al Mater-Bi®, bioplastica biodegradabile e
compostabile che utilizza componenti vegetali, come l'amido di mais, e
polimeri biodegradabili ottenuti sia da materie prime di origine
rinnovabile che da materie prime di origine fossile. Svariate le
applicazioni e i settori d'impiego; dal settore agricolo (pacciamatura,
legacci), alla ristorazione (piatti, posate, bicchieri, vassoi), dagli
imballaggi (frutta e verdura freschi, muesli, prodotti da forno), agli
accessori, giocattoli, e biofiller per il settore auto. Da una recente
indagine realizzata da Novamont in collaborazione con Hydra Institute
for Marine Sciences che verrà verificata col progetto Openbio,
finanziato dalla Commissione Europea, in ambiente marino un sacchetto in
Mater-Bi®, in 8 mesi biodegrada al 90%.
(Adnkronos)
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