12/01/14
"Per il decreto Ilva puntiamo sulla sanità"
"Nel decreto legge 136 sull’Ilva di Taranto e sulla Terra dei Fuochi in Campania, abbiamo rafforzato la parte sanitaria: dagli strumenti di controllo alla valutazione dell’impatto dell’inquinamento sulla salute dei cittadini che risiedono nelle due aree interessate".
Per il deputato Alessandro Bratti, Pd, relatore in commissione Ambiente alla Camera del decreto varato dal Governo lo scorso 3 dicembre, il dibattito e gli emendamenti hanno cambiato il "profilo" del provvedimento rispetto al testo uscito da Palazzo Chigi. "Domani in commissione voteremo gli emendamenti e dovremmo concludere in giornata afferma Bratti. Dopodichè il decreto va in aula alla Camera, dove la discussione generale è fissata per le 18 di martedì. Quindi, dopo il sì di Montecitorio, il passaggio al Senato.
Onorevole Bratti, in cosa è cambiato il nuovo decreto sull’Ilva?
"Premetto che sono stati presentati circa 350 emendamenti e che una trentina sono stati dichiarati inammissibili. Abbiamo quindi lavorato su 300 emendamenti, vagliandoli uno per uno, e più di un terzo sono stati accettati. Invece non sono passati diversi tra quelli proposti da Cinque Stelle e Sel perchè hanno impostazioni diverse e non più di tanto si può accettare. Uno sulle esenzioni Imu, per esempio, non ha avuto il via libera".
E le novità?
"Partirei dagli screening medico-sanitari. Terra dei Fuochi e Ilva non hanno la stessa situazione ma per entrambi i casi il Governo ha espresso la volontà di mettere delle risorse, manifestando così attenzione alla popolazione di queste aree. Per Taranto, in verità, delle risorse le avevamo già messe in provvedimenti precedenti. Domani aspetto che il ministero della Salute mi dica il quadro preciso delle risorse da mettere a disposizione. Inoltre, sempre per Taranto abbiamo stabilito che lo studio "Sentieri", realizzato dall’Istituto superiore di sanità, dovrà proseguire perchè ci consente di capire in che misura il fenomeno dell’inquinamento industriale incide sulle patologie a partire dalle più gravi come i tumori. "Sentieri" continuerà quindi ad essere un punto fondamentale. Inoltre, se scorriamo il testo del 136, ma anche i precedenti, vediamo che si fa sempre riferimento ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. In commissione ora abbiamo aggiunto il ministero della Salute perchè vogliamo coinvolgerlo. Ci sembra importante".
Nel decreto lei, come relatore, ha indicato anche come arrivare all’aumento di capitale dell’Ilva per trovare le risorse che servono ai lavori di risanamento ambientale...
"Sì e adesso c’è una precisazione circa i tempi. Pensavamo di circoscrivere in 60-90 giorni, dalla conversione in legge del decreto, il tempo entro cui i Riva avrebbero dovuto dichiarare se sottoscrivevano o meno l’aumento di capitale loro proposto dal commissario Enrico Bondi. Altrimenti, si ricorreva a investitori terzi e all’uso dei soldi sequestrati dalla Procura di Milano, 1,9 miliardi, per i reati fiscali e valutari. Porre però un paletto di tempi così ravvicinato, può ritorcersi contro di noi. Mi risulta difficile, infatti, che i Riva accettino senza colpo ferire. Penso che faranno i loro ricorsi. Poi, trascorsi i 60-90 giorni, non è che il dissequestro dei soldi da parte della Magistratura è automatico e immediato. Anche qui i tempi non sono brevi. E allora nell’emendamento si è fissata la conclusione del 2014 come data in cui il nodo finanziario deve essere comunque sciolto: con l’aumento di capitale oppure con l’uso delle risorse ora sotto chiave".
Ma questo non rischia di allungare i tempi? Già i tempi di attuazione dell’Aia sono stati rivisti, suscitando non poche proteste, ora anche quelli della ricapitalizzazione si allungano?
"Noi abbiamo davanti due scuole di pensiero: chiudere tutto e trovare il modo per reimpiegare la gente, oppure continuare a mantenere l’attività, l’occupazione, ma risanando. Sono linee che hanno pro e contro. Per l’esperienza che ho fatto anche nella mia città, Ferrara, dove c’è un petrolchimico, questi problemi si risolvono con un piano di ambientalizzazione progressivo. Nel caso dell’Ilva penso che sia fondamentale assicurare a Bondi quei 6-700 milioni che servono per entrare nel merito dell’Aia quest’anno. Guardi, lo dice un parlamentare che la legge 231, la prima legge sull’Ilva, nemmeno l’ha votata..."
Come?
"Non ho partecipato a quella votazione perchè, dopo anni di ritardi e le diverse mancanze dei Governi precedenti a partire dal ministro Prestigiacomo, alle quali Clini ha poi cercato di supplire anche con la revisione dell’Aia, pensavo che il rapporto tra Magistratura e Governo andasse gestito diversamente e che arrivare ad un conflitto fosse uno sbaglio. Però mi sono anche reso conto che il problema Ilva di Taranto andava e va affrontato e aver introdotto nell’ordinamento la possibilità di commissariare un’impresa per questioni ambientali, oltrechè economiche, non è certo poca cosa. E’ un passo avanti".
Domenico Palmiotti
Pubblicato da
Alessandro Bratti
alle
14:42
Etichette:
Ambiente,
Camera dei Deputati,
Inquinamento,
PD,
Reati ambientali
Nessun commento:
Posta un commento