31/01/14

Maltempo e dissesto, il climatologo Ferrara: «I sindaci combattano l'abusivismo, invece di chiedere soltanto soldi»

Cosa possono fare le amministrazioni delle città per prevenire allagamenti e inondazioni come quelli che stanno flagellando l'Italia proprio in questi giorni? Lo abbiamo chiesto al climatologo Vincenzo Ferrara, secondo il quale la gestione del territorio è anche, e prima di tutto, una responsabilità dei sindaci.

Cosa può fare un sindaco per evitare disastri legati al maltempo?
Per prima cosa, gli amministratori dovrebbero prendere atto del cambiamento climatico in corso. I fenomeni di questi giorni, per dire, un tempo erano tipici dell'autunno, e si verificavano di solito a fine ottobre o inizio novembre. Negli ultimi anni, invece, la tendenza è cambiata e i sindaci dovrebbero prendere coscienza del cambiamento. Solo con questa premessa è possibile fare una prevenzione davvero basata sul futuro.

Che intende dire, di preciso?
Che al momento i rischi, compreso quello idrogeologico, vengono calcolati sulla base degli eventi del passato, invece bisognerebbe, analizzando il cambiamento in atto, rivedere queste previsioni, aggiornarle sulla base dei nuovi dati disponibili.

E dovrebbero farlo i sindaci, questo?
Non direttamente, ma dovrebbero pretendere che i rischi idrogeologici vengano ricalcolati da chi ne avrebbe la competenza, ovvero le Autorità di distretto idrografico, che in Italia esistono sulla carta ma non sono mai divenute pienamente operative. Se fossi un sindaco, per prima cosa esigerei che questi soggetti cominciassero a funzionare davvero. Poi, una volta aggiornate le informazioni scientifiche, occorre ripensare completamente l'urbanizzazione, non solo tenendo conto dei fenomeni alluvionali, ma anche delle ondate di calore estive.

E in questo il ruolo delle amministrazioni cittadine è fondamentale...
Assolutamente. Prima di tutto andrebbe buttato giù tutto quello che è stato costruito nel totale dispregio delle regole, in barba a ogni misura di prevenzione del rischio idrogeologico. La piaga dell'abusivismo, invece, è stata spesso tollerata o perpetrata direttamente dagli amministratori locali. Che poi, tanto, non rispondono economicamente di eventuali danni.
In che senso?
Quando i cittadini vengono danneggiati da inondazioni o altri eventi meteorologici, alla fine vanno a farsi risarcire dallo Stato, e i Comuni non fanno che battere cassa.

Non dovrebbero, invece?
Quello che non funziona è che i sindaci si fanno sentire solo quando c'è da chiedere soldi. Cominciassero invece a pretendere maggiori controlli da parte delle autorità statali e regionali, esigano l'aggiornamento e l'attuazione dei piani di prevenzione, combattano l'abusivismo sui loro territori. È l'intero sistema della gestione della risorsa idrica che non funziona, e questo non vale soltanto per l'eccesso di acqua, come quello che si sta verificando in questi giorni, ma anche per la mancanza d'acqua e i fenomeni siccitosi. Torniamo al principio: bisogna davvero prendere atto che le cose stanno cambiando, e comportarsi di conseguenza.





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