Cosa c'è nel vapore acqueo dell'Ilva?
E' quanto si chiedono
Alessandro Marescotti e Antonia Battaglia di Peacelink Taranto, che
invieranno alla Commissione europea le numerose fotografie che per tutta
la giornata sono state pubblicate sui social network ''dai vari
internauti e che ritraggono le impressionanti emissioni dello
stabilimento''. Le condizioni climatiche, osserva Marescotti, hanno
''accentuato l'impatto visivo dimostrando come le nuvole in sosta sul
quartiere Tamburi di Taranto sono prodotte dai vapori emessi dalla zona
cokeria dello stabilimento tarantino''. ''La quasi totalità di assenza
di vento e la bassa pressione creano sottolineano gli ambientalisti
uno scenario apocalittico che crea un netto distinguo tra le nuvole
dovute a perturbazione metereologica e le emissioni di vapore''. Se è
vero che con semplici fotografie ''non possiamo dimostrare uno
sforamento di emissioni nocive aggiunge l'ambientalista è anche
vero che osservando le fotografie e consultando le documentazioni
ufficiali prodotte da Ispra in relazione all'Aia possiamo capire che
proprio con alcune emissioni di vapore acqueo l'Ilva di Taranto infrange
le prescrizioni Aia''. Nell'ultima diffida per inosservanza delle
prescrizioni ricevuta dall'Ilva a ottobre del 2012, conclude Marescotti,
''si parla nello specifico di queste emissioni di vapore''.
(ANSA).
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