I rappresentanti dei sindacati metalmeccanici incontrano
stamani a Roma il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi.
Dopo quello del 2
settembre scorso, è il secondo confronto che avviene tra il
commissario che guida l'Ilva dallo scorso giugno su incarico del Governo
e le rappresentanze sindacali. Bondi oggi farà il punto della
situazione sullo stato dell'Autorizzazione integrata ambientale nello
stabilimento di Taranto, andamento del mercato e piano industriale
sebbene questo non sia ancora pronto. Probabile che il
commissario dell'Ilva parli anche dell'aumento di capitale che si rende
necessario per affrontare gli impegni finanziari dell'Aia, aumento di
capitale che si intende proporre ai Riva, proprietari dell'azienda, e al
quale si sta lavorando anche attraverso un emendamento, presentato in
commissione Ambiente alla Camera, al nuovo decreto legge sull'Ilva, il
numero 136, varato lo scorso 3 dicembre dal Governo. Un'azienda
impegnata a riconquistare il mercato dopo la tempesta giudiziaria che
per molti mesi l'aveva colpita: questo il quadro che per l'Ilva tracciò
il commissario Enrico Bondi nel precedente incontro con i sindacati. In
quell'occasione, Bondi parlò anche della necessità¡ di avere un'Ilva a
"flusso teso", cioè che produce per il mercato ed ha poco stoccaggio.
Quattro mesi dopo Bondi incontra di nuovo i sindacati a Roma e se l'Ilva
non è più nel vortice giudiziario rispetto al 2013 i problemi di
mercato e di rilancio dell'azienda, gi¡ prospettati il 2 settembre
scorso, rimangono tutti.La situazione dell'acciaio resta infatti
difficile e l'Ilva nel 2013 lo ha detto Bondi nella sua prima
relazione sull'andamento di gestione ha perso 2 milioni di tonnellate
di vendite rispetto al 2012. Non è aumentato l'indebitamento dell'azienda, ha
anche evidenziato ancora Bondi nella sua relazione. Inoltre, si è
favorito il destoccaggio dopo che la sentenza della Corte Costituzionale
ha sbloccato semilavorati e prodotti finiti sequestrati da un
provvedimento del gip di Taranto del novembre 2012, ma l'Ilva oggi si
trova davanti al grosso problema delle risorse da trovare per finanziare
il risanamento dello stabilimento. La soluzione dell'aumento di
capitale cui far partecipare i Riva che nel frattempo hanno avuto
dalla Corte di Cassazione il dissequestro dei beni e dei conti posti
sotto chiave dal gip di Taranto a maggio scorso, è stata
ufficialmente indicata dallo stesso Bondi nell'audizione fatta alla
commissione Ambiente della Camera il 27 dicembre sul nuovo decreto.
Adesso, con l'iter di conversione in legge del decreto 136, si sta
mettendo a punto anche un possibile percorso operativo, ma comunque
bisognerà vedere quale sarà la risposta dei Riva come è già emerso
giorni fa a Roma nel confronto tra Bondi e le banche, presente anche il
ministro Flavio Zanonato. Per Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim
Cisl, il fatto che si lavori ad un aumento di capitale dell'Ilva è
positivo, "ed è giusto dare a Bondi gli strumenti, come si sta cercando
di fare col decreto legge in discussione in Parlamento, per avere le
risorse necessarie alla bonifica". Bentivogli esclude che questo
significa rimettere in gioco i Riva nella gestione dell'Ilva. "Non ci
sono minimamente gli spazi perche' cio' avvenga perche' non solo Taranto
ma il Paese rifiuta un certo tipo di gestione che i Riva, con l'Ilva,
hanno espresso in questi anni - afferma Bentivogli coinvolgerli
nell'aumento di capitale così come si vuole fare col decreto,
prevedendo anche l'utilizzo dei soldi sequestrati ai Riva per i reati
fiscali e valutari, significa solo vincolarli alle loro responsabilità
di mancata ambientalizzazione del sito di Taranto, farli affrontare i
costi che questo progetto determina". Posizione diversa ha invece
espresso ieri sera Taranto il leader della Uil, Luigi Angeletti: "Non ci
interessa la proprietà e non ci interessano le soluzioni tecniche ha
affermato Angeletti ci interessa invece, e molto, che l'Ilva di
Taranto sia risanata, sia rilanciata sotto il punto di vista
dell'efficienza industriale e della competitività, e che a Taranto,
come fanno in Germania da anni, si possa produrre acciaio riducendo
notevolmente le emissioni nocive".
(AGI)
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