01/02/14

Ambiente: ritardi bonifiche, il caso Terra dei fuochi/ Focus


Inquinamento diffuso e bonifiche mai partite. E' il caso della Campania e, in particolare della vicenda della Terra dei fuochi, un territorio battezzato con questa definizione per la prima volta undici anni fa, in un capitolo del Rapporto Ecomafia 2003 di Legambiente.

Una vertenza che, sottolinea l'associazione ambientalista, è entrata finalmente anche nell'agenda della politica nazionale, dopo tanti anni di colpevole inazione, oggetto di un decreto legge ad hoc approvato in un recente Consiglio dei ministri e ora al vaglio delle aule parlamentari per la sua conversione in legge. Si tratta di un'area fortemente contaminata dall'inquinamento passato e presente, causato dai rifiuti prodotti dalle industrie di diverse parti d'Italia, a partire dal nord del Paese, e smaltiti illegalmente lì da almeno 30 anni nelle discariche locali, abusive e non, e nell'ultimo decennio con i roghi all'aria aperta, ad opera dell'ecomafia locale, a partire dal clan camorristico dei Casalesi. La Terra dei fuochi rientra all'interno del sito inquinato più vasto denominato Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano. Quest'ultimo fu uno dei primi 15 Siti di interesse nazionale (Sin) inseriti nel programma nazionale di bonifica nel 1998 ed è diventato lo scorso anno in modo del tutto incomprensibile un sito di interesse regionale (Sir), grazie al decreto del ministero dell'ambiente dell'11 gennaio 2013 che lo ha declassificato con il benestare della Regione Campania.

Contro questo decreto Legambiente ha presentato ricorso al Tar del Lazio proprio per l'esclusione dal Programma nazionale di bonifica di 4 siti da bonificare: Litorale Domizio-Flegreo e Agro Aversano, Pitelli a La Spezia, il bacino del fiume Sacco e le discariche della provincia di Frosinone. Ci è sembrato infatti a dir poco contradditorio un atto del ministero dell'ambiente che fa diventare regionale un sito inquinato di cui si discute ormai anche in Consiglio dei ministri e nelle aule del Parlamento italiano. Nei giorni scorsi il ministro Orlando ha esplicitato l'intenzione di riperimetrare le aree inquinate in Campania per far tornare ad essere Sin quello che il governo Monti aveva fatto diventare Sir. Il decreto sulla Terra dei fuochi fornisce gli strumenti per mappare le aree inquinate e svincolare le aree non contaminate su cui si potra' continuare con le attività agricole, anche se per dare piena attuazione su questo fronte, secondo Legambiente è necessario evitare la sovrapposizione di ruoli e la costruzione di troppi tavoli di lavoro e comitati che rischiano di far perdere ulteriore tempo. Il decreto però non entra ancora nel merito degli interventi di bonifica di cui si comincerà a discutere non prima di sei mesi dalla sua approvazione. Sulle bonifiche, Legambiente avverte che serve elevare ai massimi livelli la rete dei controlli per evitare che al danno ambientale e sanitario si aggiunga la beffa che chi ha inquinato, e cioè le ecomafie con le loro società di comodo, entrino nel ricco business delle bonifiche ambientali.
(Adnkronos)

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