Fotografata negli anni da centraline Arpa Lombardia, picco
intorno all'una.
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Nella notte di San Silvestro, con
fuochi d'artificio e botti che '
infiammano' l'
atmosfera, il cielo si
trasforma in un laboratorio di chimica all'aperto. E anche quest'anno è
attesa
un'impennata di Pm10. Come ogni Capodanno. I picchi che si
raggiungeranno nella notte dell'addio al 2013 dipenderanno da diverse
variabili: il clima, il tasso di adesione alla tradizione dei botti per
salutare l'alba del primo giorno di un nuovo anno, l'effetto deterrente
di ordinanze di divieto. Ma per gli esperti, nonostante gli appelli
accorati degli animalisti a non traumatizzare con gli scoppi animali
domestici e selvatici e l'invito di diverse amministrazioni comunali a
moderare 'l'effervescenza' dei festeggiamenti pirotecnici è indubbio
che l'impennata ci sarà. Lo dimostrano i dati storici segnalati per
esempio dalle centraline dell'Arpa Lombardia, che monitorano in tempo
reale la qualità dell'aria. La rete di 151 stazioni distribuite in
punti strategici sul territorio regionale ha infatti fotografato negli
anni lo smog di San Silvestro.
L'andamento dei valori orari di Pm10
registrato tra il 31 dicembre e il 1 gennaio evidenzia ogni anno un
incremento delle concentrazioni di particolato in aria durante le ore
notturne, con un picco dalla mezzanotte alle primissime ore del mattino.
L'effetto 'spinta' per le Pm10 è temporaneo, e dovuto sia al tipo di
combustione, sicuramente non ottimale, sia alla composizione dei botti.
Nell'aria di Capodanno si respira rame, zolfo, piombo, alluminio. La
'formula chimica' si ripete negli anni, basta tornare indietro di 365
giorni alla notte in cui si è festeggiato l'arrivo del 2013, ormai agli
sgoccioli. Durante lo scorso Capodanno le concentrazioni di Pm10 sono
risultate superiori a quelle rilevate nelle ore immediatamente
precedenti e successive, con picchi orari in un caso anche superiori ai
500 microgrammi per metro cubo (la soglia limite per legge è 50).
Adnkronos/Adnkronos Salute
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