29/11/13

Sardegna. geologi: sindaci preparino mappe rischio e “decalogo”

"Se i sindaci dotassero poi le loro città di una mappa del rischio idrogeologico idraulico accompagnata da un"decalogo"di comportamenti virtuosi o da evitare, la gente intanto saprebbe se la zona dove abita o lavora è soggetta ad essere invasa dall'acqua e in che misura e poi saprebbe cosa fare in caso che all'allerta meteo, convenientemente pubblicizzato, faccia seguito anche l'esondazione del fiume o torrente". Così Vittorio D'Oriano, vice presidente del Consiglio nazionale dei geologi. "Quanto è accaduto in Sardegna è la prova di come la popolazione sia assolutamente inconsapevole di quale siano, nella propria città spiega D'Oriano le aree a rischio e quali le più sicure". Se è vero che l'evento sardo è stato oggettivamente eccezionale "è altrettanto vero che l'onda di piena ha colpito una comunità impreparata ad affrontare l'emergenza denuncia il vice presidente dei geologi per il semplice fatto che le autorità competenti, forse distratte dall'edificato e dall'edificabile, non l'avevano informata di quali zone del paese o della città erano certamente sicure, e quali comportamenti dovevano assolutamente essere evitati".
"In Sardegna occorre attuare una immediata verifica dello stato di fatto della rete idrografica "urbanizzata" e della reale occupazione di spazi di pertinenza fluviale da parte di edifici direttamente adiacenti alla stessa aggiunge Davide Boneddu, presidente dei geologi della Sardegna al fine di poter intervenire con opere di manutenzione sulla medesima e programmare con la doverosa attenzione la gestione delle fasi di emergenza in luoghi ormai completamente saturati dall'edilizia". Ma oltre all'evento eccezionale va indicata anche la responsabilità dell'uomo e delle amministrazioni. "L'espansione urbanistica avvenuta soprattutto negli anni 70-80 in Sardegna, ha invaso le aree fluviali inglobandole all'interno dell'edificato in certi casi nella più totale inosservanza delle normative in essere relative alle fasce di tutela dei corsi d'acqua avverte Boneddu oggi addirittura appare difficile attuare anche quelle politiche di difesa e manutenzione perche' gli spazi necessari alle manutenzioni sono ormai assenti e cementificati". Diventa quindi necessario "prevedere una riconversione degli spazi del centro storico e la loro abitabilità dice il presidente dei geologi della Sardegna siamo certi che in questa maniera si andrebbero ad interessare e popolare quelle aree che i nostri avi hanno edificato nella piu' totale osservanza e comprensione sia delle norme che della naturalita' delle forme e dei processi che caratterizzavano l'ambiente circostante". L'esempio di Olbia, conclude Boneddu,è "significativo di tante aree costiere e di tanti centri edificati che al loro interno, per effetto dell'espansione urbanistica, hanno interessato vaste aree naturali nelle quali oggi il rischio idraulico diventa quindi preponderante".

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