Il buco nello strato di ozono sull’Antartide si è ridotto e attualmente è inferiore alla media degli ultimi due decenni. Lo ha reso noto oggi la Nasa che però non si sbilancia ancora sulla previsione che il buco possa richiudersi in futuro.
A
settembre ed ottobre il buco si estendeva su 21 milioni di chilometri
quadrati, riferisce l’Agenzia spaziale americana citata dal settimanale
tedesco Der Spiegel. Quest’anno risulta chiaramente più piccolo rispetto
alla media dal 1993 ad oggi, che era pari a 22,5 milioni di chilometri
quadrati.
Il buco, che varia le sue dimensioni di giorno in
giorno, ha raggiunto la dimensione massima quest’anno il 16 settembre
con 24 milioni di chilometri quadrati, pari all’estensione del
Nordamerica. Finora, in assoluto, il momento più grave è stato
registrato il 9 settembre del 2000 con quasi 6 milioni di km/q.
Lo strato di ozono rappresenta un fondamentale filtro di protezione per la Terra dai raggi ultravioletti, raggi che possono costituire un rischio per gli occhi e per la pelle.
Secondo
alcuni esperti, se questo trend si confermerà nei prossimi anni, il
buco dell’ozono potrebbe richiudersi definitivamente. La produzione e il
consumo dei gas Clorofluorocarburi (CFC) sono ritenuti i principali
responsabili dell’assottigliamento dell’ozono.
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