26/10/13

L’ambiente malato necessita di bonifiche concrete e non virtuali


E’ ancora la tematica ambientale e, nello specifico, quella relativa alla bonifica dei territori, con particolare riferimento a quelli della cosiddetta Terra dei Fuochi, di cui fa parte, purtroppo, anche il nostro territorio, ad occupare la prima pagina di questo giornale. Un tema della bonifica a cui, lo scorso 19 ottobre, dedicava parte della sua omelia anche Mons.Giovanni Rinaldi, in occasione della cerimonia per la restaurazione e l’adeguamento liturgico della Cattedrale del Duomo.

"Acerra ha fame di lavoro e le nostre terre, una volta felici, sono ora devastate dalle note vicende di inquinamento diceva il Vescovo di Acerra e la stessa struttura sociale sta subendo profondi cambiamenti, tanto da conoscere il fenomeno di una vasta disoccupazione. La prospettata bonifica regionale dei nostri siti inquinati tocca gli interessi dei nostri lavoratori. Sia attivata questa bonifica, siano impegnati per essa i nostri disoccupati, dopo che le nostre terre sono state avvelenate per colpa di comportamenti autolesionisti e di una dissennata politica territoriale".

Ma il percorso per dare avvio alla bonifica dei territori inquinati è tutt’altro che semplice, nonostante che i roghi vengano ancora accesi e che la situazione di sicurezza ambientale resti allarmante. Lo testimonia lo scontro a distanza tra il Governo e la Regione sulla legge speciale in materia di bonifica, evocata dal presidente Caldoro e da alcuni parlamentari ma sulla quale frena il Ministro dell’Ambiente Orlando, secondo il quale una legge richiede tempi troppo lunghi, mentre occorre agire rapidamente. Per cui potrebbero servire altre iniziative da coordinare tra i vari Ministeri.

Immediata la replica di Caldoro, che ai tempi troppo lunghi richiesti da una nuova legislazione, propone una Decreto varato dal Governo in tempi strettissimi, che comprenda tutte le osservazioni formulate con i cittadini ed i parlamentari campani a tutela della salute e dell’ambiente, prevedendo risorse e tempi certi. Altrimenti si avrà la sensazione che il Governo vuole abbandonare queste terre colpite da sversamenti illegali, continuando con le commissioni speciali, i tavoli tecnici ed altre iniziative non risolutive della problematica. Che già di per sé presenta tempi epocali, visto che lo stesso Caldoro, citando i dati contenuti nella relazione Balestri, redatta per la Procura della Repubblica, ha affermato che “serviranno 80 anni per sanificare i territori a Nord di Napoli e, per quanto riguarda il percolato, senza avviare gli interventi, dovremmo aspettare fino al 2080”.

Fermo restando che la Regione ha diviso i siti contaminati da quelli potenzialmente contaminati, ricordando di aver fatti ricorso al Presidente della Repubblica, per ottenere l’annullamento della decisione adottata dal Governo nei mesi scorsi, di declassificare le aree campane da Siti di Interesse Nazionale a Siti di Interesse Regionale, modificando di fatto il Codice Ambientale. Da sei, quindi, i Siti di Interesse Nazionale sono diventati due (Bagnoli e Napoli Est), anche se l’inquinamento resta lo stesso. Anche se misure di contrasto ai roghi ed agli sversamenti abusivi sono state adottate dalla Regione, occorre comunque un progetto di contrasto alle attività illegali, che richiede un presidio quotidiano, capillare e risorse consistenti.

Intanto si è svolta in data 21.10.2013, l’audizione del Sindaco Lettieri, insieme agli altri primi cittadini della zona, dinanzi ai Senatori della Commissione Ambiente del Senato in visita a Caivano. Il primo cittadino ha presentato ai Senatori un dossier completo e consegnato loro una relazione sulla questione delle criticità ambientali del territorio, rispondendo anche alle numerose domande conoscitive avanzate dai Senatori. La relazione presentata si è incentrata soprattutto su questi punti: monitoraggio urgente dell’intero territorio ed individuazione dei siti, in cui sono stati sversati i rifiuti pericolosi per la salute; lotta ai roghi tossici con il pattugliamento congiunto della Polizia municipale dei Comuni viciniori; tracciabilità dei prodotti agricoli sani; corretta informazione per frenare ingiustificati allarmismi, che stanno mettendo in ginocchio il settore agroalimentare; convocazione, al più presto, di un tavolo presso il Ministero delle Politiche Agricole con i protagonisti dei settori in crisi.

Intanto la Giunta regionale ha approvato il Protocollo d’Intesa per la sicurezza alimentare, attraverso il quale realizzare la caratterizzazione delle produzioni agricole nei territori, in cui sono stati rinvenuti rifiuti pericolosi interrati

Joseph Fontano

Nessun commento: