23/10/13

Dichiarazione voto Bratti



 Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

Alessandro Bratti. Signor Presidente, la discussione generale che c’è stata su questa mozione qualche giorno fa credo sia stata una discussione molto approfondita, molto dettagliata, molto seria, che testimonia io credo l'interesse che c’è da parte di tutti i gruppi politici per un comparto produttivo come è già stato ricordato qui come quello della chimica che, pur forse non attraversando una crisi così importante come altri comparti, ad esempio quello siderurgico in Italia, è comunque un'attività produttiva che presenta, rispetto al passato, un deficit importantissimo che si concretizza in un bilancio commerciale dei pagamenti assolutamente negativo. Anche se dagli studi fatti consiglio a tutti un recente studio Ambrosetti sulla filiera della plastica si dimostra che questo è un settore, grazie soprattutto alle piccole e medie imprese italiane, che lavora moltissimo con l'estero e, quindi, è un settore che ha una propensione fortissima verso l’export che non va in nessun modo sottovalutata.
La chimica come è stato ricordato è un comparto produttivo essenziale per il sistema industriale del Paese. Non vi è nessun settore industriale, legato soprattutto al made in Italy, dall'agroalimentare, all'industria tessile, alle calzature, alla moda, al settore del mobile, a quello della meccanica, che in un qualche modo non sia collegato alla chimica. Quindi è evidente che quando c’è uno stabilimento chimico che va in crisi non c’è un problema occupazionale solo per quegli addetti specifici, ma c’è tutto un indotto che ne soffre ed è quello che purtroppo è successo e sta succedendo in questi anni.
Noi comunque esprimiamo ovviamente un parere positivo sulla mozione e diamo un giudizio positivo sulle mozioni anche degli altri gruppi e sottolineiamo in maniera positiva anche l'impegno che il Governo si è preso riguardo ai dispositivi finali.
Elenco molto brevemente i temi che ci stanno più a cuore, che meriterebbero una discussione ulteriore. Sicuramente uno è quello delle bonifiche, perché è noto a tutti che la chimica ha lasciato un'eredità molto pesante. Però dovete pensare a quale era l'impostazione culturale del dopoguerra. Il piano regolatore del 1962 di Marghera indicava specificatamente che le industrie pericolose dovessero essere costruite in quel luogo. Pensate a dove sono stati costruiti i poli chimici a Mantova, a Ferrara, a Rosignano Solvay, o in alcune zone stupende da un punto di vista naturalistico della Sicilia. Oggi sarebbero cose assolutamente impensabili.
È un'eredità che ci lascia la chimica pesante a cui la chimica stessa ha deve dare una risposta, in parte ha dato, ma che in parte dovrà dare e sarà compito nostro e compito del Governo, ma anche del Parlamento, dare un quadro legislativo più chiaro di semplificazione riguardo al tema delle bonifiche. Dei 57 siti di interesse nazionale un solo sito si dice che sia stato bonificato, che è quello dell'ACNA di Cengio. Purtroppo però questa bonifica è stata fatta trasportando in parte i rifiuti tossici nella discarica di Giugliano. Questo non è più ammissibile e quindi è evidente che qualcosa nel meccanismo legislativo non funziona.

Il costo dell'energia è un'altra questione assolutamente fondamentale. Noi abbiamo richiesto di rivedere in parte la strategia energetica nazionale. Ci sono cose che ci convincono, altre che devono essere assolutamente riverificate, pensiamo a tutto il tema delle trivellazioni. Ma non c’è dubbio che il costo dell'energia è un elemento fondamentale per eventuali insediamenti produttivi e attrattività di questi siti.
Poi c’è il grande tema della chimica verde: sulla chimica verde l'Italia può svolgere un ruolo da leader. Già oggi abbiamo importantissimi gruppi industriali: Novamont, Versalis, Ghisolfi e Mossi; già sono state attivate bioraffinerie a Crescentino; già ci sono progetti importanti su Terni e su Porto Torres; già abbiamo prodotto, anche da un punto di vista legislativo, in un iter faticoso, un quadro che aiuta la produzione dei cosiddetti bioshopper ecocompatibili, una modalità che è già stata seguita anche da altri Paesi.

Poi c’è l'applicazione di questa strategia europea sulla bioeconomia, che noi dovremo adottare in tempi rapidissimi. Dobbiamo lavorare moltissimo, sempre da un punto di vista normativo, sul tema dei cosiddetti acquisti verdi, proprio per favorire questi prodotti green e per favorire i prodotti del recupero e del riciclo. Non c’è dubbio che dobbiamo lavorare molto sul riciclo e sul recupero dei rifiuti legati alla plastica, ricordando però e lo dico al collega Crippa che la riduzione degli imballaggi e la riduzione dei rifiuti plastici la si ottiene da un lato facendo recupero e riciclaggio, ma la si ottiene anche con importantissime innovazioni tecnologiche. Avere un film plastico resistente di 10 micron o averlo di 2 significa risparmiare una quantità notevole di plastica che, come imballaggio, poi va a finire nell'ambiente. Da qui l'importanza della ricerca e l'importanza del know how legato a quella che è la chimica tradizionale.
Per ultimo chiedo al Governo ma è richiesto anche nella nostra mozione che ci sia un impegno forte verso quella che fu una delle aziende più importanti della chimica in Italia e che oggi sicuramente ha dismesso molto, che è l'ENI. Lo chiediamo sia sul versante delle bonifiche, sia sul versante energetico che sul versante appunto della chimica.

Fatte queste considerazioni, ripeto, noi daremo un parere ovviamente positivo alla nostra mozione, accettando le riformulazioni del Governo, e anche positivo sulle altre e ci asterremo su quella del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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