Intorno alle 9:07, dopo uno slittamento di circa 3 ore dovuto al maltempo che nella giornata di domenica e nella notte ha colpito l’Isola del Giglio, è iniziato il parbuckling per raddrizzare la Costa Concordia al Giglio. Daremo gli aggiornamenti nelle prossime ore e poi sulla nostra pagina Facebook.

Il tiro iniziale per raddrizzare la gigantesca nave naufragata sugli scogli vicino al Porto del Giglio è di 2.000 tonnellate, il settaggio del tiro avverrà con un incremento di 200 tonnellate, la Costa Concordia dovrebbe cominciare a muoversi con un tiro di 4.000 tonnellate. Il parbuckling avverrà per step e verifiche per poi procedere secondo le condizioni verificate. I tempi previsti, dopo che era circolata la voce che il tutto poteva risolversi in 6 – 7 ore, sono stati confermati in 12 ore dalla Micoperi, che insieme alla Titan ha curato i lavori preparatori e ora sta procedendo al raddrizzamento. Quindi la Costa Concordia, se tutto va bene potrebbe tornare nuovamente dritta quando è già calato il buio, cosa che inizialmente si voleva evitare.
Franco Porchellacchia, responsabile dei lavori sulla Costa Concordia per la Protezione Civile, esclude il rilascio di H2S (idrogeno solforato) causato dalla decomposizione dei materiali organici presenti all’interno del relitto.
Sembra invece certo lo sversamento di alcuni inquinanti ancora contenuti nel relitto. Come spiega un comunicato dell’Arpat emesso alla vigilia del parbuckling: «Dall’analisi dei risultati è emerso come i gruppi di sostanze di maggiore significato siano tre: Sostanza Organica (la cui degradazione microbica può comportare produzione di Idrogeno Solforato), Metalli Pesanti e Idrocarburi. La sostanza organica è sicuramente in condizioni di aumentare i suoi effetti con l’aumento delle temperature nei mesi estivi e la conseguente maggiore produzione di gas. I metalli pesanti sono sostanze che si liberano probabilmente da allestimenti e componentistiche della nave».
Arpat spiega anche che «prima dell’avvio della fase di parbuckling, nella quale verrà effettuata la rotazione della Costa Concordia dal suo attuale angolo di inclinazione di circa 65 gradi, ad una posizione verticale, tutte le aperture accessibili sul lato di sinistra della nave sono state dotate di griglie al fine di ridurre per quanto possibile l’eventuale fuoriuscita di materiali dal relitto, ma una certa quantità di acque è previsto che fuoriesca dalla nave. Nel piano è stato stimato il volume complessivo di acqua presente nel relitto (circa 236.000 m3) e la quantità di acqua che si ritiene fuoriuscirà, valutata in circa 80.000 metri cubi.Come misura preventiva per limitare l’impatto dovuto al rilascio, è stata prevista l’aspirazione, il trasporto su bettolina e lo smaltimento a terra, di parte delle acque interne al relitto. È stata anche effettuata una simulazione con modello matematico, relativamente al rilascio delle acque interne al relitto nella fase di parbuckling, considerando i vari scenari possibili in relazione alle condizioni del mare e delle correnti, nonché di alcuni possibili inquinanti presenti (ftalati, metalli, ecc,)».
Per prevenire e/o il recuperare eventuali sversamenti di idrocarburi e di altre sostanze, che potrebbero essere rilasciate in mare sono state posizionate 2 linee di panne assorbenti intorno al relitto ed una linea costiera per un totale di 4.900 m. Panne del tipo High Sea Booms: una linea costiera, un perimetro Fisso Esterno al relitto ed anello interno per un totale di 5.000 m; barriera con rete: rete in Nylon a maglia 50/60 mm con boe e pesi sul lato destro del relitto; barriere per torbidità: barriere galleggianti utilizzate per impedire l’ingresso di sostanze inquinanti nell’area sensibile fino ad una profondità di 4,5/5 m.
Inoltre durante e dopo la fase di rotazione opereranno mezzi per il servizio di vigilanza/sorveglianza, gestione delle panne, attività di eventuale pompaggio e raccolta di sostanze sversate (in particolare idrocarburi).
Arpat sottolinea che «le misure a carattere preventivo e di mitigazione previste dal piano sono volte a minimizzare per quanto possibile i potenziali effetti ambientali associati al rilascio delle acque interne durante la fase del purbuckling. Inoltre è stata effettuata una valutazione dei rischi ambientali connessi alle operazioni che ha tenuto anche conto degli scenari incidentali ipotizzati da Titan-Micoperi per la gestione dei quali è stato predisposto un apposito Piano delle Emergenze. Il Piano valuta in conclusione che si possa ragionevolmente ritenere che una volta data attuazione a tutte le misure di prevenzione e mitigazione previste nel Piano stesso, gli impatti ambientali derivanti dal rilascio delle acque interne possano essere considerati temporanei e poco significativi.
Nella zona delle operazioni durante la fase di rotazione verranno effettuati prelievi di campioni di acqua, intervenendo sia dalla terraferma, sia dal mare, vicino all’area d’interdizione, Arpat svolgerà anche un’attività di campionamento appena fuori dalla zona di sicurezza con auto campionatore, testato e funzionante, posizionato in testa alla banchina del molo lato est, faro rosso, all’imboccatura del porto. La pozione ottimizza possibilità di accesso, possibilità di essere sotto vento (da previsioni attuali) e permette di campionare fuori dalla panne che proteggono tutta la costa (24 h campionamento e campioni compositi prevedibili di 4 ore).
Verranno infatti raccolti campioni in mare in tre punti in prossimità relitto, nella zona cuscinetto, al confine con la zona di interdizione assoluta. Di cui il primo dopo alcune ore da inizio tiraggio (verso le 10, 11) , un successivo verso le 16, 17. La Capitaneria di Porto accompagnerà Arpat a consegnare i campioni al Poseidon, battello oceanografico dell’Agenzia, che li trasferirà a terra per l’effetto azione delle analisi da parte del laboratorio ARPAT di Livorno.
«Sono certo che il parbuckling, l’operazione di rotazione in posizione verticale del relitto delle Concordia che inizierà tra poche ore tenendoci tutti col fiato sospeso sarà un successo», ha detto il sottosegretario all’ambiente Erasmo De Angelis. «E di questa straordinaria impresa mai tentata prima, che riscatterà l’immagine del nostro Paese ridicolizzata dal capitano Schettino, va ringraziato innanzitutto Franco Gabrielli, che in tempi record per una emergenza italiana e con grande professionalità e passione sta coordinando e ha messo la sua faccia sul recupero. L’impegnativo lavoro svolto in questi mesi dai tecnici e dall’Osservatorio con sperimentazioni mai realizzate, sono un modello di intervento al quale seguirà la delicata fase della rottamazione che sarà possibile effettuare nel nuovo e attrezzato porto di Piombino».
«Sono molto emozionata ma anche serena per tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora», è invece il commento di Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio ambientale per recupero della Costa Concordia. «Il momento più delicato – prosegue – saranno le prime 4-5 ore di domani, il periodo critico del distacco dello scafo dagli scogli. Il cambiamento dell’assetto della nave produrrà anche uno sversamento di liquidi dall’interno, ma siamo sufficientemente tranquilli che quanto accadrà sarà contenibile e controllabile sia sotto il profilo della dispersione dei liquidi sia sotto quello della concentrazione degli inquinanti».
Nessun commento:
Posta un commento