Purtroppo, però, i problemi sono ancora tanti. In primis gli obiettivi non devono essere solo quantitativi ma anche qualitativi. Abbiamo assistito troppo spesso in questi anni alla proliferazione di impianti di biogas di notevoli dimensioni promossi e gestiti da soggetti non sempre provenienti dal mondo agricolo, motivati dall’elevata tariffa incentivante, ispirati dalla sola speculazione economica che ha finito con il determinare seri problemi al mondo agricolo. Pensiamo alla esorbitante lievitazione dei canoni di affitto dei terreni, alle conseguenze sul prezzo dell’insilato di mais, usato come integratore della fonte energetica degli effluenti aziendali, che hanno messo in difficoltà tutto il comparto zootecnico. La Cia Confederazione Italiana Agricoltori si è sempre battuta contro questo tipo di indirizzo sostenendo che sono i piccoli e medi impianti orientati allo sviluppo locale la chiave per dare agli agricoltori un ruolo centrale nella ‘rivoluzione verde’ e trasformarli da semplici fornitori di biomasse, che altri trasformeranno energeticamente, in protagonisti virtuosi e consapevoli sul fronte alimentare, energetico e ambientale. E’ vero che “il dare da mangiare” resta la vera vocazione dell’azienda agricola ma l’integrazione con la produzione energetica è un’occasione eccezionale di competitività che può dare al ‘made in Italy’ agricolo una marcia in più, anche per uscire dall’attuale fase di crisi. Per questo oggi bisogna costruire una strategia di integrazione e non di competizione tra produzione alimentare e produzione di agroenergie. Per questo ribadiamo la scelta di piccoli e medi impianti, economicamente sostenibili se, per il loro funzionamento, vengono utilizzate matrici "povere", sottoprodotti di scarso o nullo valore economico, come appunto gli effluenti di allevamento. Ben vengano allora incontri, come quello di Fossano, che creano le condizioni ideali per un confronto di tipo tecnico-informativo tra domanda ed offerta, cioè tra produttori di impianti di biogas e imprenditori agro-zootecnici interessati a investire in queste tecnologie, in un quadro di corretta informazione sulle concrete opportunità e le reali remunerazioni di queste forme di investimento.
14/09/13
"Agricoltura ed energie rinnovabili. Il biogas, una leva di sviluppo sostenibile"
Purtroppo, però, i problemi sono ancora tanti. In primis gli obiettivi non devono essere solo quantitativi ma anche qualitativi. Abbiamo assistito troppo spesso in questi anni alla proliferazione di impianti di biogas di notevoli dimensioni promossi e gestiti da soggetti non sempre provenienti dal mondo agricolo, motivati dall’elevata tariffa incentivante, ispirati dalla sola speculazione economica che ha finito con il determinare seri problemi al mondo agricolo. Pensiamo alla esorbitante lievitazione dei canoni di affitto dei terreni, alle conseguenze sul prezzo dell’insilato di mais, usato come integratore della fonte energetica degli effluenti aziendali, che hanno messo in difficoltà tutto il comparto zootecnico. La Cia Confederazione Italiana Agricoltori si è sempre battuta contro questo tipo di indirizzo sostenendo che sono i piccoli e medi impianti orientati allo sviluppo locale la chiave per dare agli agricoltori un ruolo centrale nella ‘rivoluzione verde’ e trasformarli da semplici fornitori di biomasse, che altri trasformeranno energeticamente, in protagonisti virtuosi e consapevoli sul fronte alimentare, energetico e ambientale. E’ vero che “il dare da mangiare” resta la vera vocazione dell’azienda agricola ma l’integrazione con la produzione energetica è un’occasione eccezionale di competitività che può dare al ‘made in Italy’ agricolo una marcia in più, anche per uscire dall’attuale fase di crisi. Per questo oggi bisogna costruire una strategia di integrazione e non di competizione tra produzione alimentare e produzione di agroenergie. Per questo ribadiamo la scelta di piccoli e medi impianti, economicamente sostenibili se, per il loro funzionamento, vengono utilizzate matrici "povere", sottoprodotti di scarso o nullo valore economico, come appunto gli effluenti di allevamento. Ben vengano allora incontri, come quello di Fossano, che creano le condizioni ideali per un confronto di tipo tecnico-informativo tra domanda ed offerta, cioè tra produttori di impianti di biogas e imprenditori agro-zootecnici interessati a investire in queste tecnologie, in un quadro di corretta informazione sulle concrete opportunità e le reali remunerazioni di queste forme di investimento.
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