L'Iter: Il nuovo sistema, realizzato dal gruppo industriale forlivese Cclg, avrà poi un ulteriore vantaggio: solleverà la Provincia di Ferrara da tutta una serie di costi, tra cui quello del trasporto delle alghe verso il centro di compostaggio di Ostellato. L’iter produttivo prevede, dopo la raccolta e lo stoccaggio, una prima fase di desabbiatura e desalatura, quindi l’integrazione con altri scarti organici per abbassare il livello di zolfo presente nelle alghe. A questo punto la sostanza organica ottenuta verrà immessa in digestori anaerobici e il risultato di questo processo andrà in una centrale di cogenerazione per ottenere biogas. Con il digestato, la sostanza solida residuale della digestione, verrà invece alimentato un apposito impianto di compostaggio per la produzione di fertilizzanti organici.
Futuro: Nel futuro l'azienda prevede anche di realizzare un'area per la coltivazione delle piante acquatiche in quei periodi dell'anno in cui la naturale presenza di alghe nella sacca di Goro è minore per ragioni climatiche. La sperimentazione, curata dall’amministrazione provinciale ferrarese in collaborazione con l’Università di Parma e il laboratorio di analisi agroalimentari di Ferrara, era da tempo allo studio al fine di verificare la compatibilità della biomassa «alghe» per la produzione di energia. I risultati incoraggianti - le caratteristiche organolettiche e biochimiche delle due alghe più diffuse in sacca (Ulva e Gracilaria) le rendono appropriate per questo utilizzo – hanno permesso di dare il via libera al progetto.
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