Stando ai dati di Terna spa, relativi al quinquennio 2007-2011, in Italia il consumo energetico per acquedotti supera infatti stabilmente quello per l'illuminazione pubblica (con ad esempio - nel 2011 - 6.262 GWh per gli acquedotti e 6.202 GWh per l'illuminazione). Gli acquedotti comunali infatti hanno bisogno di immense quantità di energia per le attività di sollevamento, potabilizzazione, depurazione e alimentazione delle condotte adduttrici cittadine. "Appare evidente proseguono da Alleanza per il Clima come questo capitolo di spesa energetica sia importante e meritevole di uno sguardo attento alla gestione idrica, per monitorare perdite e consumi e ridurre al minimo le dispersioni, individuando possibili risparmi a parità dei servizi. La riduzione del fabbisogno idrico in questo caso vale doppio, ma mentre l'acqua persa o sprecata comunque rientra nel ciclo naturale, è l'energia elettrica che viene definitivamente persa con la corrispondente CO2 emessa inutilmente in atmosfera". "Basta pensare che il tasso di dispersione medio dell?acqua potabile immessa negli acquedotti su territorio nazionale è del 32%, con picchi in Puglia (53%), Sardegna (54%), Molise (56%) e Abruzzo 56% spiega ancora Alleanza per il Clima. Molto spesso questi consumi sono direttamente gestiti dai comuni o da società di servizio, coordinate da consorzi di comuni con società municipalizzate o ex municipalizzate ancora gestite dagli stessi comuni".
(ITALPRESS).
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