Ma se sul sostegno all'esecutivo pochissimi sembrano voler manifestare dubbi ("abbiamo deciso di sostenerlo e non torniamo certo indietro" spiega un esponente vicino a D'Alema), molti sono i distinguo sul come sostenerlo e su quale esecutivo sia necessario per affrontare la crisi. Cosi' se molti derubricano a "dizionario della prima repubblica" l'idea del 'tagliando', quasi tutti però precisano che un cambio di passo sarebbe opportuno. Epifani spiega che all'ordine del giorno della direzione ci sarà "come rilanciare l'azione di governo". Meno sfumato Matteo Orfini, che chiede di chiarire quale siano i rapporti con il Pdl e quali siano le politiche dell'esecutivo sui temi piu' urgenti per uscire dalla crisi. Mentre un esponente vicino a Veltroni non nasconde una certa insoddisfazione per alcuni elementi della compagine governativa. E anche un esponente dalemiano spiega che in effetti qualche intervento più incisivo sul piano del programma sarebbe necessario.
Ma al di là del sostegno al governo è chiaro che l'altro tema strettamente collegato è il congresso Pd. Guglielmo Epifani ha ribadito che il congresso si farà nei tempi previsti. Le due date su cui si ragiona sono la prima settimana di novembre e la prima settimana di dicembre, più precisamente il 9-10 novembre o il 7-8 dicembre. E per sgombrare il campo da ulteriori equivoci il segretario potrebbe annunciare la sua proposta già venerdì in direzione, in attesa che la prossima settimana si concluda l'iter delle regole. "Per tagliare la testa al toro ho convocato venerdì la Direzione alle 14. Alla fine della Direzione il partito deciderà e così potrà finalmente terminare questa telenovela infinita" ha spiegato il segretario.
"Prima si fa meglioè" assicura un dalemiano. Mentre Marco Meloni, lettiano, afferma che l'importante è farlo entro l'anno. Solo Beppe Fioroni ripete che si può spostare, ma spiega che la sua e' quasi una provocazione: "se sosteniamo questo governo per risolvere i problemi della crisi, o ci dicono che continuiamo a sostenerlo, oppure ci dicono che la crisi e' risolta e si può andare a un congresso che segni la fine dell'esecutivo". Ed ecco allora che entra in ballo il tema della divisione o meno del ruolo di segretario da quello di premier. Per i dalemiani "deve essere diviso, non siamo più in un sistema bipolare". Idem per i lettiani: "Non si può avere un premier in carica e insieme un candidato premier per i prossimi mesi ed eventualmente anni". "Lo decideremo al momento dovuto, non certo oggi" taglia corto Orfini.
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