29/03/13

Accordo Telecom, ma Ferrara chiude

Intesa raggiunta con i sindacati ma la Flc Cgil non si arrende e cerca di evitare il 'sacrificio' del call center di via Cairoli

Nella notte del 26 marzo dopo 2 giorni di trattativa a oltranza, Telecom e le organizzazioni sindacali nazionali hanno raggiunto un accordo sulle linee guida del piano industriale triennale. Ma per Ferrara difficilmente si potrà scongiurare la chiusura del call center di via Cairoli.

Della situazione dei lavoratori del call center estense si sta occupando Glauco Melandri della Slc Cgil di Ferrara, che proprio oggi ha rappresentato la situazione ai parlamentari ferraresi Bertuzzi e Bratti, che si sono resi disponibili ad intervenire presso Telecom per provare a rendere inefficace la chiusura del call center di Ferrara, in base alla legge n° 122 del 1 agosto 2012, che ha inserito il nostro comune fra quelli terremotati.

Melandri non nasconde che la trattativa sia stata conservativa, anche perché l’azienda annunciava ben 2.750 esuberi non più assorbibili con i normali ammortizzatori sociali. L’accordo per scongiurare i licenziamenti prevede fra le altre cose ad esempio il ricorso a contratti di solidarietà coinvolgendo 32400 lavoratori e inoltre una riorganizzazione del customer (call center), per ridurre i costi di gestione. “L’azienda  dice Melandri  sostenendo che la divisione customer perde 200 milioni l’anno e che il costo complessivo è superiore del 30% rispetto ai competitori, ha avanzato l’intenzione di societarizzare il settore e che per scongiurarla occorreva intervenire operando sulla chiusura delle sedi periferiche con meno di 46 dipendenti (47 sedi) oltre alla necessità di modificare orari di lavoro ed ottenere maggiori flessibilità, per avere più produttività”. La Telecom ha motivato che con le chiusure delle sedi avrebbe risparmiato sui costi degli affitti, “ma a Ferrara replica Melandri  come in molte altre realtà territoriali, la sede di via Cairoli, dove è il 187, è anche sede di una centrale e del permutatore per cui per lo stabile in ogni ogni caso l’azienda continuerebbe a pagare l’affitto (contratto stipulato fino al 2022) come Rete; in sostanza si sposterebbe solo il centro di costo comunque in capo sempre a Telecom. Non c’è nessuna razionalizzazione di risparmio ed efficientamento, se non una visione molto più ampia, ma di parte aziendale, e cioè di svuotare di ogni contenuto questa azienda”.

La chiusura di Ferrara porterebbe il personale (prevalentemente femminile) a trasferirsi a Bologna con conseguenti gravi disagi, ma i sindacati ritengono non accettabile nemmeno la proposta dell’azienda che ha indicato come alternativa il telelavoro, giudicandola discriminante e non valida per tutti. “Per il 187 di Ferrara annuncia quindi Melandri  non intendiamo arrenderci, ci stiamo battendo affinchè venga riconosciuta la condizione di zona terremotata, ma questo sarebbe solo transitorio per cui la nostra proposta è la possibilità di trasformare queste piccole realtà ma così preziose per le persone che le compongono e anche per il tessuto sociale che le circonda, in risposta al servizio guasti come è già avvenuto a Modena in Emilia, per cui il 187 risparmia e la rete ha un ritorno positivo degli affitti che comunque deve pagare”.

ESTENSE

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