22/05/12

Il mio intervento in Aula

(Resoconto stenografico) Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, le poche vittime e i non numerosi feriti, ai cui familiari va il nostro primo pensiero, non devono far pensare che questo evento non sia un evento di proporzioni enormi e gigantesche. Sono stati riscontrati danni che, da una prima ricognizione, evidenziano gravissime situazioni ai monumenti storici ed ecclesiastici e anche alle attività produttive, purtroppo maggiori di quelli che si pensava in un primo momento.
Le diverse migliaia di sfollati dovranno affrontare un viatico verso la normalità non breve e soprattutto doloroso. La risposta immediata è stata sicuramente all'altezza della situazione. Anche noi vogliamo ringraziare la Protezione civile, le istituzioni locali, la regione, le associazioni di volontariato, che hanno risposto con efficienza e prontezza alle necessità della cittadinanza, così come è encomiabile la rete di solidarietà che esercizi commerciali, imprese e strutture hanno attivato sin dalla prima ore.
Proprio in queste situazioni, lo voglio sottolineare, ci si rende conto come il ruolo dei sindaci e dei presidenti delle province sia fondamentale per le comunità che amministrano. La richiesta dello stato di emergenza nazionale, presentata dal presidente Errani in accordo con le istituzioni locali e con il prefetto Gabrielli, che ringraziamo per l'impegno e per lo stile con cui ha gestito le prime fasi dell'emergenza, pensiamo e crediamo che sarà accolta dal Consiglio dei ministri. Questo denota appunto che siamo davanti ad un grande dramma di carattere nazionale.
Grande attenzione, signor sottosegretario, va posta anche per la provincia di Mantova, che è stata anch'essa in parte profondamente colpita. I suoi chiarimenti sul nuovo decreto riguardo alla Protezione civile in parte ci tranquillizzano, ma la discussione in Parlamento verificherà punto per punto un principio fondamentale, cioè che l'idea di un disimpegno dello Stato non è e non sarà accettabile.
Chiediamo una precisa road map che porti dalla situazione dell'emergenza alla fase della ricostruzione. Per la popolazione civile la priorità deve essere il rientro nelle case, qualora agibili. Attendiamo al più presto l'ordinanza per la copertura delle spese per gli interventi emergenziali. Poi, parallelamente, bisognerà individuare strumenti legislativi per evitare il pagamento dell'IMU e di altri tributi fiscali ai proprietari delle case colpite e delle attività produttive, compresa l'agricoltura, che hanno visto danneggiati, e in alcuni casi distrutti, i manufatti relativi.
Occorre necessariamente un provvedimento ad hoc per i beni culturali e religiosi, patrimonio inestimabile della storia delle nostre zone. Vi è, poi, da verificare subito, in accordo con la regione, la possibilità immediata di un sostegno al credito per le imprese, per il ripristino delle attività. Vi sono aziende la cui chiusura, anche di una settimana, può pregiudicare seriamente la loro sopravvivenza. Questo, ovviamente, oltre il riconoscimento del danno. Allo stesso modo, è importante l'attivazione immediata per i lavoratori degli ammortizzatori in deroga.
Poi vi sarà la ricostruzione. Chiediamo l'apertura di un tavolo permanente, sottolineando che il problema - lo ripeto - è di carattere nazionale. Qui la priorità è di consentire, attraverso l'allentamento del Patto di stabilità, ai comuni, che non possono più pagare oltre, di spendere, da subito, le risorse disponibili. Non vi può essere nessuna ragione di copertura tale da impedire ai sindaci di spendere le proprie risorse. I nostri comuni e le nostre istituzioni, signor sottosegretario, come le abbiamo detto anche ieri a Ferrara, non useranno l'emergenza per altro. È una cattiva abitudine, usata forse da qualcuno nel passato, che non ci appartiene. Verifichiamo tutte le situazioni che immediatamente possono mettere a disposizione delle risorse.
Concludo, signor Presidente, chiedendo al Governo un provvedimento immediato. Questo terribile terremoto, che già ha provocato disastri imponenti, poteva avere conseguenze di proporzioni inimmaginabili se noi, come Partito Democratico, non ci fossimo opposti, da anni, alla costruzione di un deposito di gas di milioni di metri cubi a Rivara, località a pochi chilometri dall'epicentro del terremoto. Le motivazioni che avevamo portato, condivise dalla regione, erano proprio relative alla pericolosità legata ad eventuali eventi sismici. Ecco, spero che dopo ciò che è capitato la vicenda sia chiusa definitivamente, a dimostrazione che i «no» qualche volta possono servire. È una piccola consolazione, in una situazione di devastazione che va affrontata con la necessaria determinazione da parte del Governo, determinazione che non mancherà ai cittadini emiliani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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