14/05/12

Bratti(PD): si penalizza un settore che può fare da traino

«Dobbiamo investire sulle rinnovabili»
SECONDO Alessandro Bratti, onorevole Pd e membro della commissione Ambiente alla Camera, al di là delle modifiche che il decreto ministeriale recepirà in via definitiva, «la partita non è ancora chiusa e la mobilitazione deve continuare». Fatte sue le perplessità delle associazioni sull’iscrizione al registro e sulla necessità di arrivare a breve a una certezza del quadro normativo, Bratti sintetizza: «In un momento di disgrazia economica si sta penalizzando uno dei pochi settori che può fare da traino. Se passa il decreto, il comparto del fotovoltaico subirà una stangata enorme, sia sul fronte privato che pubblico. E’ vero che c’è un peso sulle bollette — ammette — ma la questione non può essere ridotta a questo e si può comunque ridiscutere la quantità di incentivi. Serve una revisione complessiva del sistema, a partire dallo snellimento burocratico». Al punto in cui siamo, per Bratti tempo da perdere non ce ne è più. «Se non si accettano le richiese degli operatori, si apre un problema politico. Serve una scelta definitiva. Dobbiamo decidere se puntare o no sulle energie rinnovabili, se guardare o meno al futuro. Non si può stare un po’ da una parte e un po’ dall’altra, un po’ spingere e un po’ frenare. La ‘green economy’ è un modo diverso di concepire lo sviluppo». Un modo diverso che a Ferrara potrebbe rivelarsi «idoneo. Il nostro territorio — chiude Bratti — non ha subìto la proliferazione di capannoni, c’è molto verde, ha una connotazione urbanistica che si presta e sensibilità culturale». Requisiti importanti anche sul fronte privato, dove si registra una brusca frenata. La conferma arriva da Guglielmo Piva, della Green Solar: «I cittadini interessati ci sono, ma noi per primi non riusciamo a dare loro risposte esaustive. E tutto questo è disincentivante, per noi e per loro».
«Dobbiamo investire sulle rinnovabili»

SECONDO Alessandro Bratti, onorevole Pd e membro della commissione Ambiente alla Camera, al di là delle modifiche che il decreto ministeriale recepirà in via definitiva, «la partita non è ancora chiusa e la mobilitazione deve continuare». Fatte sue le perplessità delle associazioni sull’iscrizione al registro e sulla necessità di arrivare a breve a una certezza del quadro normativo, Bratti sintetizza: «In un momento di disgrazia economica si sta penalizzando uno dei pochi settori che può fare da traino. Se passa il decreto, il comparto del fotovoltaico subirà una stangata enorme, sia sul fronte privato che pubblico. E’ vero che c’è un peso sulle bollette — ammette — ma la questione non può essere ridotta a questo e si può comunque ridiscutere la quantità di incentivi. Serve una revisione complessiva del sistema, a partire dallo snellimento burocratico». Al punto in cui siamo, per Bratti tempo da perdere non ce ne è più. «Se non si accettano le richiese degli operatori, si apre un problema politico. Serve una scelta definitiva. Dobbiamo decidere se puntare o no sulle energie rinnovabili, se guardare o meno al futuro. Non si può stare un po’ da una parte e un po’ dall’altra, un po’ spingere e un po’ frenare. La ‘green economy’ è un modo diverso di concepire lo sviluppo». Un modo diverso che a Ferrara potrebbe rivelarsi «idoneo. Il nostro territorio — chiude Bratti — non ha subìto la proliferazione di capannoni, c’è molto verde, ha una connotazione urbanistica che si presta e sensibilità culturale». Requisiti importanti anche sul fronte privato, dove si registra una brusca frenata. La conferma arriva da Guglielmo Piva, della Green Solar: «I cittadini interessati ci sono, ma noi per primi non riusciamo a dare loro risposte esaustive. E tutto questo è disincentivante, per noi e per loro».

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