13/02/12

Ue: Bioeconomia, rifiuti e biomasse per crescita e lavoro

Strategia taglia costi energia, in italia impianto bioetanolo ib (Ansa) Bruxelles


Bruxelles vuole rendere strategiche le risorse naturali della terra e del mare, ma anche i rifiuti dei cittadini europei, per trasformarli con un basso impatto sull'ambiente in crescita e occupazione. L'obiettivo ultimo: alleggerire il bilancio delle famiglie, riducendo il costo dell'energia e dei trasporti nella borsa della spesa. E' la 'bio economia' che in Europa vanta già un fatturato di circa 2.000 miliardi di euro, impiegando oltre 22 milioni di persone, il 9% dell'occupazione complessiva dell'Ue.

La nuova strategia per indirizzare l'economia europea verso un piu' ampio e sostenibili uso delle risorse rinnovabili e' stata presentata dalla commissaria alla ricerca e innovazione, Màire Geoghegan-Quinn, che ha lavorato in sinergia con il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani e i commissari all'agricoltura Dacian Ciolos, alla pesca Maria Damanaki e all'ambiente Janez Potconik. Per Geoghegan-Quinn l'Europa deve passare a un'economia 'post-petrolio' ad una societa' fondata su basi biologiche'. E come esempio ha portato l'Italia e il progetto IBP di Crescentino (Vercelli), che sara' il piu' grande impianto al mondo per la produzione di bio-etanolo a partire dalla biomassa agricola con una produzione di circa 40mila tonnellate l'anno, a partire da giugno 2012.

Insomma assicura Bruxelles c'è ancora un grosso potenziale da sfruttare: 'per ogni euro investito in ricerca e innovazione nella bioeconomia, la ricaduta in valore aggiunto sarà pari a dieci euro entro il 2025'. I settori interessati sono agricoltura e foreste, con biomassa e cellulosa, la pesca con l'utilizzo delle alghe, l'alimentare con i rifiuti biodegradabili, per produrre pasta di carta, carta, e far funzionari comparti dell'industria chimica, biotecnologica ed energetica. Quanto allo smaltimento dei rifiuti alimentari, basti pensare che costa al contribuente europeo tra 55 e 90 euro la tonnellata e produce 170 milioni di tonnellate di Co2.

Su chi fare leva? In primo luogo le Regioni  spiega Bruxelles che gestiscono il 65% dei fondi per centralizzare acquisti e quindi potrebbero introdurre - se non lo fanno già l'elemento sostenibilità nelle gare d'appalto. 
(ANSA).

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