22/06/11

Il mio intervento in Aula per commemorare Giorgio Celli

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la scorsa settimana, è scomparso, a Bologna, lo scienziato etologo Giorgio Celli. Egli è stato per l'Italia ciò che Rachel Carson è stata a livello mondiale: uno dei fondatori dell'ambientalismo scientifico, un ambientalismo che non si è mai limitato solo a denunciare, ma che ha sempre proposto alternative.
Le sue lezioni di tecnica di lotta biologica alla facoltà di agraria, che ho avuto la fortuna di frequentare, sono considerate dei piccoli capolavori scientifici e letterari al tempo stesso. Partendo dallo studio del comportamento di quella straordinaria classe del regno animale che sono gli insetti, Giorgio Celli spaziava dal teatro all'ecologia, all'etologia, alla letteratura. Giorgio Celli non era un entomologo classico e, per questo, non è mai stato troppo amato dal mondo accademico a cui apparteneva, ma senza ombra di dubbio, è stato uno dei divulgatori scientifici più straordinari del secolo scorso. Un personaggio istrionico, dotato di un'intelligenza fervida e di una grandissima personalità.
Suo il merito, sotto la guida sapiente della professoressa Principi, di aver lanciato in Italia la lotta biologica, cioè una lotta che mira ad utilizzare gli insetti utili contro quelli dannosi, attraverso la ricostituzione di equilibri ecologici spezzati da un uso abnorme dello strumento chimico o attraverso delle tecnologie innovative, tutte però indirizzate a salvaguardare, in primis, la salute, il benessere economico e il nostro ambiente circostante.
Celli, come tutti gli innovatori, è stato un personaggio discusso, a tratti anche contraddittorio. È stato direttore dell'Istituto di entomologia Guido Grandi di Bologna presso la facoltà di agraria; un istituto ricco di straordinarie figure scientifiche, che, partendo da una cultura naturalista, già allora, affrontavano il tema dell'integrazione tra un'importante attività produttiva - l'agricoltura - e l'ambiente per preservare questo bene comune.
Oggi, a distanza di quasi trent'anni, quei concetti e quegli insegnamenti sono attuali. Allora, quel gruppo di studiosi a cui Celli apparteneva erano considerati dei sognatori con una visione utopistica del mondo. Oggi, possiamo dire che avevano visto giusto.
Con queste poche parole, volevo ricordare la figura dell'entomologo Celli, straordinario divulgatore scientifico e grande letterato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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