24/05/11

Oggi in Aula

(Bozza non corretta in corso di seduta)
L'onorevole Bratti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/4307/152.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, ascoltando le dichiarazioni dell'onorevole Calderisi, riguardo al decreto-legge omnibus e in maniera particolare riguardo al tema del nucleare, ci si dovrebbe in teoria sentire un po' più rassicurati rispetto alle reali intenzioni della maggioranza e del Governo, nel senso che di fatto oggi ha più volte ripetuto che quel provvedimento significa, in concreto, l'abbandono dell'opzione nucleare da parte di questo Governo.
In realtà sappiamo, purtroppo, che non è così. Non siamo assolutamente sicuri che le intenzioni dell'onorevole Calderisi corrispondano poi alle intenzioni del Presidente del Consiglio e dei suoi ministri. Abbiamo assistito, purtroppo, subito dopo il disastro di Fukushima a dichiarazioni un po' avvedute da parte dei ministri in carica. Da un lato, il Ministro Romani diceva «andremo avanti lo stesso»; dall'altro, il Ministro Prestigiacomo affermava che «non ci possiamo giocare le amministrative sui referendum». Dopo di che abbiamo sentito «il capo in testa» dichiarare, durante il vertice italo-francese, che non si poteva decidere sotto l'onda emotiva e che, quindi, il nucleare veniva al momento accantonato.
Di conseguenza, siamo molto preoccupati. Riteniamo e speriamo che la Cassazione decida in modo che si possa consentire agli italiani, il 12 e il 13 giugno, di esprimere la propria opinione in maniera definitiva sulla scelta di questo nucleare, perché oggi non possiamo discutere di quello che avverrà fra centinaia di anni. In realtà, abbiamo sempre espresso nel Partito Democratico forti riserve, come ricordava l'onorevole Realacci, ancora prima del disastro di Fukushima. La proposta del rientro al nucleare ci sembrava e ci è sembrata molto debole, anche perché fuori contesto rispetto a una pianificazione energetica che è sempre stata promessa - ricordo fin dai primi provvedimenti di questo Governo, nel 2008 - ma che in realtà non si è mai concretizzata.
Siamo arrivati all'assurdo che in questo provvedimento si cassa la proposta di piano energetico mai attuata del vecchio provvedimento Tremonti e si propone una nuova pianificazione energetica. In sostanza, dopo cinque anni, dopo una legislatura questo Governo non ci ha spiegato quali sono la strategia energetica e - mi permetto di dire - industriale che questo Governo pensa di attuare in questa legislatura. Non c'è stata, si è andati zigzagando, lavorando sotto le pressioni di lobby molto potenti fino ad arrivare a questa proposta del nucleare che si era concretizzata, a chiacchiere, nella costruzione forse di quattro centrali nucleari con tecnologia EPR, tecnologia che sappiamo avere seri problemi.
Le ragioni per cui non avevamo d'accordo sulla scelta del nucleare erano e sono tante, signor Presidente. In primo luogo, vi è il tema della scarsità del combustibile, dell'uranio.
1 secondo problema mai risolto è quello delle scorie. Ricordo l'unico deposito, il famoso deposito Yucca Mountain negli Stati Uniti, il cui progetto è stato dichiarato dallo stesso Presidente degli Stati Uniti definitivamente fallito nel 2009. Ricordo la pericolosità testimoniata purtroppo dalle gravi ripercussioni dell'incidente di Chernobyl: anche se c'è chi minimizza - vi sono stati all'incirca cinquantuno morti diretti e migliaia di morti successivamente - riteniamo che vi siano state conseguenze allarmanti, da tenere assolutamente in conto. Ricordo il tema dello smantellamento delle centrali, che per essere completato ha bisogno di quasi centomila anni, ossia di un periodo di tempo assolutamente fuori dalle nostre scale e il tema dei costi, richiamato prima dall'onorevole Realacci. In definitiva, a differenza del referendum del 1987, in cui ha vinto il «no» sotto l'onda emotiva del disastro di Chernobyl, quando sembrava che non ci fossero delle alternative percorribili, oggi queste alternative alla richiesta energetica nel nostro Paese e nel mondo occidentale non solo ci sono, ma afferiscono al tema delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica e delle nuove tecnologie sui fossili. Abbiamo quindi la possibilità di scegliere in maniera definitiva e precisa.
PRESIDENTE. Onorevole Bratti, la prego di concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Quindi - e mi avvio alla conclusione, signor Presidente - con questo ordine del giorno chiediamo di fatto una posizione ancora più netta a questo Governo affinché abbandoni definitivamente l'opzione del nucleare e affinché si butti veramente in questa nuova avventura interessante, importante e sicuramente ricca di soddisfazioni, quale quella concernente l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica.


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