03/12/10

Sul DL 190/2010 relativo all'emergenza campana

Alessandro BRATTI (PD) sottolinea le proprie perplessità circa la mancata dichiarazione nel provvedimento in esame dello stato di emergenza. Fa notare come ormai da anni siano state fornite cifre sulla questione dei rifiuti in Campania non corrispondenti alla verità: a tale proposito, ricorda come il Ministro Prestigiacomo, il 14 aprile scorso, abbia fornito indicazioni sulla produzione dei rifiuti nella regione Campania non coincidenti con il dato dei 2.700.000 tonnellate di rifiuti negli ultimi 4-5 anni. Aggiunge poi come in sede di risposta alle numerose interrogazioni e interpellanze presentate nei mesi precedenti, siano state fornite dal Governo garanzie circa l'autosufficienza del sistema dei rifiuti in Campania per 2-4 anni. Si sofferma quindi sulle cause della criticità della situazione dei rifiuti in Campania evidenziando, in primo luogo, come in effetti non sia mai partita la realizzazione della discarica di Cava Vitiello per la quale si era ipotizzata una capienza di 3 milioni di tonnellate di rifiuti: su tale discarica fa notare come anche a livello europeo fosse emersa l'inopportunità della sua realizzazione, peraltro evidenziata anche a livello regionale, in netta quindi contraddizione con il piano della Protezione civile. In secondo luogo, denuncia il fallimento del sistema degli inceneritori, del quale auspica comunque l'avvio. In terzo luogo, fa notare come in Campania non abbia funzionato il sistema della raccolta differenziata, in ordine alla quale è stato infondatamente dichiarato che la percentuale - relativamente alla città di Napoli - si aggiri intorno al 38 per cento, mentre il dato effettivo è 22 per cento. Con riferimento ancora alla raccolta differenziata, rileva come non si abbiano notizie circa il commissariamento degli 11 Comuni inadempienti su tale modalità di raccolta.

Rileva quindi come l'Unione europea abbia vincolato l'erogazione di fondi al piano regionale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, al piano regionale dei rifiuti speciali e al piano regionale delle bonifiche.

Quanto all'inceneritore di Acerra, fa notare come la sospensione del funzionamento dell'inceneritore sia stato ricondotto a problematiche tecniche, in particolare alla crepatura del forno, in ordine alle quali è stato espresso l'auspicio che non si manifestassero anche nella terza linea. Ricorda poi che a seguito di tali dati sono stati richiesti chiarimenti circa il collaudo effettuato su tale impianto.

Quanto invece ai consorzi, non concorda con quanto previsto dal decreto-legge in esame, il quale, a suo avviso, non consente di affrontare la tematica degli esuberi di personale per i quali si pongono addirittura problemi di pagamento degli stipendi.

Rinvia invece alle considerazioni che saranno svolte dall'onorevole Iannuzzi in ordine alla provincializzazione delle competenze dei rifiuti.



Conclude evidenziando come, allo stato attuale, dopo due anni e mezzo di gestione emergenziale con l'ausilio di poteri straordinari, non si hanno garanzie sul funzionamento del termovalorizzatore, sulla gestione delle discariche, nonché sulla realizzazione degli impianti e non sia stato affatto razionalizzato il sistema per la raccolta, in ordine alla quale si è creata una ulteriore confusione di competenze tra comuni e province. Ritiene che il decreto-legge in esame, così come articolato, non consenta di risolvere la situazione contingente in Campania, ritenendo insufficiente l'eliminazione della discarica di Cava Vitiello e la definizione delle procedure per la costruzione degli inceneritori. Il decreto non contiene, a suo avviso, alcun elemento innovativo per superare la situazione critica, considerato che la possibilità di accordo fra le regioni è già prevista dalla normativa vigente. Denuncia quindi il fallimento dell'attività svolta da questo Governo per superare la difficile situazione della gestione dei rifiuti in Campania, nonché la divulgazione di dati non veritieri su tale situazione. Ricorda, a tale proposito, come la percentuale di raccolta differenziata a Napoli, pur essendo sicuramente inferiore agli obiettivi previsti dall'Unione europea, rappresenta un dato superiore a quello di altre città, quale Palermo.

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