20/12/10

Energia, chiuso il confronto pubblico sul Piano regionale

(ErmesAmbiente) Terminata la prima parte del percorso per il Piano attuativo 2011-2013. Errani: "Guidare il cambiamento energetico per superare la crisi con una nuova economia"
(17 dicembre 2010) "Stiamo costruendo la seconda generazione del Piano energetico. Abbiamo già raggiunto risultati rilevanti sul fronte delle fonti rinnovabili. In sintonia con l’Europa, vogliamo diventare la regione leader in Italia di questo cambiamento per superare la crisi".
Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani intervenendo a Bologna al convegno di chiusura della prima parte del percorso di ascolto e confronto per realizzare il Piano attuativo 2011-2013 del Piano energetico regionale.
Tra gli obiettivi della Regione tagliare dal 7 al 10% i consumi energetici e di aumentare tra i 700 e i 1000 MW la produzione da fonti rinnovabili, per arrivare a 1500/1800 MW totali nel 2013.
Dal 22 ottobre scorso, la Regione ha aperto un confronto tra il mondo produttivo e le nuove frontiere della green economy, tra le nuove tecnologie per la produzione di energia pulita e le soluzioni ‘universali’ per l’edilizia e le costruzioni, tra il ruolo degli enti locali e le politiche nazionali e internazionali.
Due mesi di appuntamenti seminariali con 23 incontri tematici pubblici, a cui hanno partecipato oltre 2500 persone (professionisti, esperti del settore energetico, docenti universitari, amministratori pubblici, rappresentanti di aziende, enti e gestori dell’energia), oltre 180 relatori e 350 contributi.
Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti, a gennaio 2011 ci sarà la condivisione degli obiettivi e delle azioni specifiche del Piano con le Associazioni imprenditoriali ed Enti locali così da presentare a febbraio la proposta del Piano Triennale 2011-2013. Tra aprile e maggio 2011 il completamento della procedura di approvazione del Piano.
La Regione punta a sviluppare e innovare l’industria manifatturiera e delle costruzioni per collocare l’Emilia-Romagna all’avanguardia delle regioni che producono tecnologie verdi.


Cosa prevede il Piano energetico regionale


I “fondamentali” del piano prevedono la conferma e l’efficientamento delle centrali di produzione e delle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica, la conferma del ruolo strategico delle reti gas, anche in riferimento allo sviluppo potenziale del biometano.
Si punterà sulla ricerca, sul trasferimento tecnologico, sulla creatività e la produzione di brevetti e di innovazione. La rete regionale per l’alta tecnologia è articolata su sei piattaforme: meccanica e materiali, costruzioni, agroalimentare, Ict e design, scienze della vita, energia e ambiente. Ognuna tocca direttamente o indirettamente il tema dell’energia.
Ci si concentrerà, anche sullo sviluppo e il coordinamento della rete e delle relazioni con i centri di ricerca europei e mondiali e sulla ulteriore evoluzione positiva dei rapporti fra Università, laboratori e centri di ricerca.
Sarà necessario coordinare le azioni della Regione e quelle dei grandi players pubblici e privati. La collaborazione con la Regione e gli Enti locali sarà la via maestra per compiere scelte coerenti con le traiettorie di sviluppo del territorio, semplificare le procedure e favorire la partecipazione informata e responsabile dei cittadini.
Saranno sostenuti direttamente i progetti di efficienza energetica e di ricorso alle fonti rinnovabili delle imprese, ma soprattutto si deve favorire la nascita o il rinnovamento di intere filiere produttive, dai veicoli elettrici, ai pannelli solari di nuova generazione, alle piastrelle fotovoltaiche, alle nuove abitazioni.
Per far questo la Regione conta sul sostegno convinto del sistema della finanza e del credito. Oltre alla attività dei consorzi di garanzia si pensa di istituire un apposito fondo rotativo di garanzia a supporto innanzitutto della attività delle Esco.
Sul fronte delle regole si punterà a semplificare e aumentare la trasparenza e la chiarezza delle norme e per accelerare le procedure rimanendo al passo con gli standard degli altri Paesi dell’Europa.

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