07/05/10

In blu e grigio

Scenari elettrici post-crisi al 2020 e 2030 è il titolo del Rapporto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presentato ieri presso la sede GSE a Roma. Questa è la relazione di sintesi della presentazione che potete trovare qui
1. La crisi promuove cambiamenti
Con la recessione economica del 2008-2009 e con lo sviluppo del risparmio e dell’efficienza energetica lo scenario della domanda di elettricità nei prossimi due decenni è profondamente cambiato. Mentre nel decennio pre-crisi 1997-2007 l’energia elettrica richiesta alla rete è aumentata del 25% (passando da 271,4 a 339,9 TWh , con un aumento di ben 68,5 TWh) , nel solo 2009 il calo dell’energia elettrica richiesta alla rete è stato del 6,7% ( e cioè di ben 22 Twh in meno del 2008 , con una discesa a 317,6 TWh) .
Dall’analisi dei consumi elettrici settoriali sembrerebbe che la crisi abbia promosso una riduzione non solo congiunturale dei consumi: alcuni cambiamenti virtuosi avvenuti sia nei processi produttivi sia nei comportamenti dei consumatori appaiono, infatti, già in embrione prima della crisi, con forti probabilità di crescita e sviluppo anche successivamente ad essa.
Lo studio ipotizza due scenari elettrici per il 2020 e il 2030:

• nello scenario grigio (di peggioramento dell’efficienza elettrica) la crescita del consumo di elettricità sarebbe comunque minore di quella del decennio pre- crisi, pur essendo superiore ai 50 TWh per ogni decennio;
• nello scenario blu (di miglioramento dell’efficienza elettrica) - il più probabile dopo la crisi- l’incremento dei consumi di elettricità sarebbe più che dimezzato, con una crescita di circa 50 TWh dal 2010 al 2030 e col ritorno ai consumi
elettrici pre-crisi (2007) solo nel 2020 .

2. Le fonti rinnovabili sono decollate anche in Italia e cresceranno anche dopo il 2020.

Mantenendo il trend di crescita in atto, le fonti rinnovabili raggiungeranno nel 2020 la
produzione di circa 107 TWh (oltre il 30% dell’elettricità consumata) in linea con
l’attuazione della Direttiva 2009/28/CE .

Lo sviluppo delle rinnovabili potrebbe poi , secondo lo scenario avanzato delineato dalla
DG Energia della Commissione UE, raggiungere in Italia 167 TWh nel 2030, che nello
scenario blu del nostro studio corrisponde al 45% dell’elettricità consumata.

3. Senza un impegno per l’efficienza energetica non si raggiungeranno gli obiettivi
europei di riduzione delle emissioni .

Uno degli effetti della crisi economica è stato quello per cui il settore elettrico ha quasi
raggiunto l’obiettivo di Kyoto: le emissioni di Co2 sono scese nel 2009 del 5,5% rispetto
al 1990.

Per il 2020 e 2030 le emissioni di CO2 al 2020, nello scenario grigio , aumenterebbero
dell’1,6% rispetto a quelle del 1990 e diminuirebbero solo del 10,3% rispetto a quelle
del 2005. Ciò conferma che senza un impegno per l’efficienza energetica, anche con un
aumento delle rinnovabili, non si potrebbero raggiungere gli obiettivi europei di
riduzione delle emissioni (- 20% ,entro il 2020 , rispetto al 2005).

Nello scenario blu invece la riduzione delle emissioni di CO2 al 2020 è in linea con la
Direttiva ETS, con una riduzione di circa il 20% rispetto a quelle del 2005 . La
riduzione proseguirebbe anche al 2030, di oltre il 26% rispetto al 2005.

4. In entrambe gli scenari non c’e’ domanda aggiuntiva per nuove grandi centrali
nucleari, almeno fino al 2030.

Nello scenario grigio il fabbisogno di potenza elettrica al 2020 per fornire l’elettricità
richiesta alla rete sarà di circa 76 GW. Tenendo conto del fatto che sono già in
costruzione nuove centrali termoelettriche convenzionali per circa 5,2 GW (che saranno
terminate entro il 2011) e che la potenza efficiente lorda nel 2008 era di 76 GW , anche
con qualche dismissione non ci saranno problemi di potenza disponibile al 2020.

Nel 2030 il fabbisogno di potenza elettrica, sempre nello scenario grigio, sale a circa 87,6
GW : con gli ulteriori 1,2 GW già autorizzati e non ancora in costruzione e gli altri 4,75
GW con progetti definiti ed in fase avanzata di autorizzazione si coprirà
completamente il fabbisogno di potenza.

Nello scenario blu, invece, con le nuove centrali ormai in fase avanzata di costruzione (e
che entreranno in esercizio entro il 2011 per circa 5,2 GW) fino al 2020 continuerebbe
ad esservi un eccesso di potenza installata: servirebbero 70,6 GW e ne abbiamo già 76.
Solo nel 2030 si arriverebbe ad un fabbisogno di potenza elettrica installata di 77 GW.
Quindi, nello scenario blu, occorrerà rivedere , rinviare o annullare la costruzione di
nuove centrali termoelettriche convenzionali già progettate e in fase avanzata di
autorizzazione, e probabilmente la minore domanda di energia elettrica e l’entrata in
esercizio di nuove centrali anticiperà la dismissione di alcuni vecchi impianti.

In tutti e due gli scenari del dopo-crisi, comunque, non si rileva una domanda elettrica
aggiuntiva , almeno fino al 2030, che giustifichi nuove grandi centrali nucleari, la cui entrata
in esercizio comporterebbe o la chiusura anticipata di centrali termoelettriche
convenzionali ancora efficienti e/o la riduzione dello sviluppo delle fonti rinnovabili.

5. Scenari tecnologici: puntare sulla CCS

Per quanto riguarda le opzioni tecnologiche per i futuri scenari, nel settore dell’energia
elettrica , sono in campo:

• le innovazioni per l’ efficienza energetica,
• le tecnologie per lo sviluppo delle fonti rinnovabili,
• le tecnologie di cattura e sequestro della CO2 (CCS),
• il nucleare.

Pare difficile, e non consigliabile, ad un Paese come l’Italia, di percorrere tutte e
quattro queste opzioni entro il 2030.

L’efficienza energetica e le rinnovabili sono opzioni già in atto che sarebbe
assolutamente controproducente rallentare: l ’efficienza è già oggi l’opzione
economicamente più conveniente e lo sviluppo delle rinnovabili, entro il prossimo
decennio, avrà un forte impulso tecnologico e potrebbe diventare una delle attività
trainanti anche delle esportazioni.

Restano quindi in discussione o la scelta nucleare o la produzione di elettricità con
centrali a carbone dotate di impianti di cattura e di sequestro della CO2.
Percorrerle entrambe, per un Paese dotato di limitate risorse finanziarie e tecnologiche
come l’Italia significa concludere poco in entrambe e giocare quindi solo un ruolo di
appendice di altri Paesi.
Per il 2020, e per il decennio successivo, converrebbe sviluppare e applicare la cattura
e sequestro della CO2 : una tecnologia matura per il sequestro e che sta avendo
sviluppi importanti per la cattura. Una tecnologia innovativa , con grandi potenzialità
di sviluppo, con la quale non partiremmo in ritardo e alla coda di altri, come per il
nucleare , ma dove potremmo essere fra i primi al mondo .

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