24/11/09

Oggi in Aula anche lo sport

Riporto qui e di seguito l'intervento del collega On. Andrea Sarubbi nella discussione delle mozioni Ciocchetti ed altri n. 1-00222, Zazzera ed altri n. 1-00274 e Pescante, Grimoldi, Iannaccone ed altri n. 1-00286 concernenti iniziative a favore delle associazioni sportive che promuovono le formazioni giovanili e per la tutela dei cosiddetti vivai nazionali.
Trovate tutto anche sul blog Andrea Sarubbi.

"Signor Presidente, quando in Aula discutiamo di questi temi all'esterno si ride del Parlamento. Le leggo il titolo de il Giornale di sabato 14 novembre: «Alla Camera lavorano in 4. Per parlare dell'Inter». E giù ironie, nell'articolo, sul fatto che io avessi affrontato il problema degli stranieri nel nostro sport di vertice citando appunto la formazione dell'Inter, con nessun italiano in campo e solo due in panchina. Ma avevo citato anche la Montepaschi Siena, attuale leader del basket italiano, e l'Itas Dialtec Trentino, capolista nella pallavolo: proprio a proposito del volley, non ho detto allora - e lo faccio oggi - che almeno in questo sport esiste una sorta di autoregolamentazione per quanto riguarda il nostro campionato: sui 7 giocatori in campo (6 più il libero a rotazione), almeno 3 devono essere italiani.
Ma il discorso non cambia, perché il problema sollevato da queste mozioni è quanto mai reale: l'avvenire sportivo dei nostri giovani è piuttosto difficile, perché dalla sentenza Bosman in poi le società hanno smesso di puntare sui vivai. Citavo l'altra volta il Milan di Baresi, Tassotti, Maldini, Albertini, che ad un certo punto si è ritrovato senza giovani. Ma non vorrei circoscrivere il discorso al calcio, se non altro per non dare ragione alle critiche mosse durante la discussione generale dall'onorevole Pescante che ci accusava di essere troppo concentrati sul calcio.




A proposito dell'onorevole Pescante - al quale vanno naturalmente gli auguri del Partito Democratico sia per la nomina di vicepresidente del CIO che per quella di membro permanente dell'Assemblea generale dell'ONU, proprio in rappresentanza del CIO (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro) - vorrei sottolineare alcuni passaggi del suo intervento durante la discussione sulle linee generali, perché da qui credo si possa partire per un dialogo fruttuoso.
In un primo passaggio, l'onorevole Pescante riconosceva alla mozione Ciocchetti il merito di aver sottolineato che lo sport non è una mera attività lavorativa e, dunque, non può seguire le regole valide per tutto il resto. D'altronde - e questo lo avevamo già ripetuto venerdì 13 - i meccanismi dell'Unione europea e le regole della libera circolazione dei lavoratori vennero pensati per l'economia, non per lo sport. E se il fantasma dell'idraulico polacco ha spaventato a lungo l'economia francese prima della ratifica della Costituzione europea, il fantasma della punta brasiliana (o del play americano, o dello schiacciatore bulgaro) non è certamente un incubo da poco per i nostri campioni in erba delle varie discipline. Sanno che, per quanto potranno impegnarsi e fare la trafila delle serie minori, difficilmente troveranno spazio ad altissimi livelli, perché la punta brasiliana è sempre in agguato. Con una differenza, rispetto all'idraulico polacco: che riparare un rubinetto non è ancora uno sport, dunque non ci saranno campionati mondiali o Giochi olimpici nei quali rappresentare la propria nazione e sfidare le altre. Né ci sono i mondiali di management industriale, o le olimpiadi di medicina: solo nello sport si vedono i Paesi competere tra di loro con rappresentanze nazionali, le cui vicende agonistiche hanno tra l'altro il merito di suscitare nella cittadinanza passioni condivise.


Ecco perché lo sport non è uguale al resto; ecco perché la mozione presentata dall'UdC, condivisa anche dal Partito Democratico, che voterà a favore, impegna il Governo a promuovere queste istanze in sede europea: d'altra parte, è un'esigenza condivisa anche dal Trattato sul funzionamento dell'Unione, come lo stesso onorevole Pescante ci ricordava venerdì.
Del suo intervento riporto anche un altro passaggio, piuttosto significativo: quello in cui ci comunicava di avere già preso contatti con la Spagna per stabilire, durante il semestre di Presidenza spagnola dell'Unione europea, come definire il concetto di specificità dello sport. Un motivo in più, da parte nostra, per chiedere un impegno concreto anche al Governo, visto l'enorme prestigio internazionale di cui il nostro Presidente del Consiglio si vanta di godere.
Per quanto riguarda la libera circolazione dei lavoratori, dunque, mi pare che tutti siamo d'accordo sulla necessità di adattarla alle specificità dello sport: nella stessa mozione della maggioranza si impegna il Governo a «trovare una soluzione di compromesso - cito - per la libera circolazione di atleti comunitari, prevedendo il libero tesseramento, ma limitandone l'impiego sul terreno di gioco, come praticato già da alcune federazioni internazionali negli sport di squadra».
Ma se parliamo di limitare il numero di stranieri in campo, lo ripeto, lo facciamo con l'obiettivo di aprire una strada (o meglio: di non sbarrare la strada) ai nostri giovani, che oggi faticano ad emergere molto di più rispetto all'era pre-Bosman.
La mozione Ciocchetti prevede degli incentivi, anche di tipo fiscale, «per società o associazioni sportive che investono nelle formazioni giovanili». La maggioranza interpreta questi incentivi - almeno così ci è sembrato venerdì - come un regalo alle grandi società: io credo, invece, che la proposta verrebbe accolta con favore soprattutto nelle società medio-piccole, quelle che non possono contare sul merchandising o su una grande fetta della torta dei diritti televisivi.
Per non parlare di quelle non professionistiche: lo percepisce bene la mozione Zazzera ed altri, che infatti prevede espressamente agevolazioni fiscali e tributarie «a sostegno di tutto lo sport dilettantistico». E lo sa bene anche il sottosegretario Pag. 94allo sport, Rocco Crimi, che un anno e mezzo fa, nella sua prima audizione in Commissione cultura (non so se il sottosegretario la ricorda), parlò di supporto fiscale, di detassazione e di semplificazione degli oneri sociali.
La stessa maggioranza non può fare a meno di denunciare la crisi dei vivai, che «sono spesso - cito ancora le parole della mozione Pescante - abbandonati del tutto o costituiscono fenomeni residuali all'interno delle società sportive più economicamente dotate».
Non solo: il testo presentato dai colleghi del PdL ha anche il merito di riconoscere espressamente «la funzione dell'associazionismo sportivo, che vede impegnate oltre centomila società sportive e circa ottocentomila dirigenti sportivi volontari» e che «deve essere incoraggiata dalle istituzioni».
Il problema, allora, qual è? Il problema è cosa si intende per incoraggiare, perché probabilmente l'onorevole Pescante pensa ad una pacca sulla spalla, non so, o ad un convegno fra il sottosegretario Crimi ed i responsabili dell'associazionismo. Ma l'unico modo serio di incoraggiare lo sport non di vertice, sia quello giovanile sia quello dilettantistico, è mettere mano al portafoglio: allo sport di base servono soldi, non chiacchiere e distintivi.
Vuoi che una persona di grande esperienza come l'onorevole Pescante non lo sappia? Figuriamoci; certo che lo sa! Solo che non può dirlo, perché non solo il Governo non ha intenzione di mettere un euro sullo sport di cittadinanza, ma addirittura ha azzerato il fondo di 95 milioni di euro che già esisteva. Ecco perché il PdL fa finta di snobbare la richiesta di incentivi fiscali e confeziona una mozione a misura di Tremonti: un testo in cui si parla genericamente di iniziative da predisporre e di sostegno da garantire, ma non si ha il coraggio di dire le cose in faccia al Ministro dell'economia e delle finanze.
Ecco perché, pur condividendo molte delle riflessioni fatte dall'onorevole Pescante, non possiamo far altro che astenerci sulla sua mozione. Il Partito Democratico esprimerà, invece, voto favorevole sulle altre due mozioni, quella dell'Italia dei Valori e quella dell'Unione di Centro, che ha avuto il merito di aprire il dibattito su un argomento così significativo. E se Il Giornale non ne ha capito lo spirito, ironizzandoci sopra e prendendo in giro il Parlamento, ce ne faremo una ragione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)."


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