26/10/09

L'intervento di oggi

Sig. Presidente,
da quasi due mesi con il ritrovamento del relitto di un mercantile carico di fusti sospetti al largo di Cetraro (Cosenza), è tornata di attualità la vicenda delle cosiddette «navi dei veleni» che sarebbero state affondate nel Mediterraneo e, soprattutto, al largo delle coste italiane;
il relitto individuato potrebbe essere, una delle navi che, secondo le inchieste della magistratura e le testimonianze raccolte dalle Commissioni parlamentari di inchiesta sulle attività illecite commesse al ciclo dei rifiuti, sarebbero state inabissate dai trafficanti internazionali di rifiuti tossici tra gli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta;
Era noto che in quegli anni lo smaltimento dei rifiuti tossici nocivi e/o radioattivi vedeva nel mare la destinazione finale sia attraverso sversamenti diretti che tramite appunto l’affondamento delle navi.

Numerose sono le navi che compaiono nelle inchieste svolte dalle procure interessate e che sono ben descritte nella mozione.


Di questi traffici si sono occupati nel tempo molti uffici giudiziari che hanno individuato diversi filoni di indagini tutti riconducibili ad un network criminale dedito professionalmente allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi in mare, lungo le coste di paesi Africani (Somalia, Libia e altri) e nelle montagne dell'Aspromonte e della Basilicata. Tutte le indagini portano alle stesse persone e vedono il coinvolgimento di soggetti appartenenti al mondo imprenditoriale e delle professioni, armatori, esponenti di spicco di organizzazioni criminali di stampo mafioso, faccendieri e soggetti legati ai servizi segreti deviati e rappresentanti di Governi di diversi Paesi;
i procedimenti giudiziari avviati non hanno mai fatto piena chiarezza su una vicenda che in alcuni momenti ha avuto anche risvolti drammatici. Basti citare la misteriosa morte del capitano di corvetta Natale De Grazia, e l'omicidio nel marzo del 1994 in Somalia dei giornalisti Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

Le vicende che ruotano attorno alla storia delle “navi dei veleni” sono inquietanti e necessitano di risposte esaurienti , sia perché le scorie nucleari o chimiche che siano, in esse contenute, rappresentano tutt’ora una grave minaccia per l’ambiente e la salute, sia perché l’idea che vi sia stato e ancora permanga un epicentro in Italia della malavita organizzata dedita allo smaltimento illegale dei rifiuti e al traffico di armi suscita grandi preoccupazioni fra la popolazione italiana . La sensazione però che si ha è che più si cercano risposte più aumentano gli interrogativi.
La stessa recente richiesta di archiviazione da parte di Francesco Basentini della Direzione distrettuale antimafia di Potenza che indagava ormai da circa 30 anni su due presunti traffici illeciti: uno, dall’Italia verso Paesi del Medio Oriente di armi e materiali strategici; l’altro, dall’Italia verso la Somalia di rifiuti radioattivi, con protagonisti agenti segreti di mezzo mondo e esponenti della criminalità organizzata , ha una motivazione che lascia molto perplessi. Si parla nella richiesta di difficoltà a ricostruire fatti successi molto tempo fa ma non si esclude di fatto che vi siano stati presunti illeciti. Sono coinvolti , in questa storia, otto ex dirigenti del Centro Enea della Trisaia e tre esponenti del clan Musitano della ‘ndrangheta. Non si esclude, inoltre, un presunto traffico di rifiuti radioattivi, con destinazione Somalia e, in parte, inabissati in mare a bordo di imbarcazioni fatte affondare.
A tutte quelle domande relative a questo caso non abbiamo avuto risposte !

Ad oggi , e la manifestazione svoltasi sabato 24 Ottobre in Calabria ne è una palese dimostrazione, aumentano le preoccupazioni del popolo calabrese che vede una minaccia ambientale, sanitaria e economica incombente se al più presto non verranno date risposte immediate.
Come gruppo del PD, fin dall’inizio, avevamo chiesto di mettere in moto tutte le operazioni per identificare il relitto e il suo contenuto e , al tempo stesso, accertare che non vi fosse un inquinamento esterno , sui fondali . In base agli esiti poi agire di conseguenza
Rispetto a queste azioni che noi pensiamo fossero da attivare immediatamente dobbiamo sottolineare che il Governo ha operato con un certo ritardo e molta confusione. Solo recentemente sono arrivate indicazioni più precise, tramite il sottosegretario Menia, delle modalità con cui si intende eseguire tali operazioni di accertamento.

Tale comportamento ha indotto la Commissione bicamerale su le cosidette ecomafie collegate al traffico di rifiuti a licenziare due decreti di sequestro riguardanti "il recupero di un fusto nei pressi del relitto della nave affondata a Cetraro (Cosenza) e di un campione dei sedimenti marini nelle vicinanze del relitto" proprio per garantire una maggiore trasparenza nell'inchiesta e per dare velocità a tutte le operazioni. La Commissione nei primi mesi di lavoro ha messo in luce, se mai non fosse già noto, che il tema della gestione dei rifiuti e i traffici illeciti ad essa collegati sono sicuramente tra le attività più interessanti per la malavita organizzata e quindi una piaga profonda del il Paese da risanare
Vi sono poi altre questioni che, pur non avendo una dimostrazione certa che siano collegate con le navi a perdere, preoccupano per l’impatto sanitario e ambientale che hanno determinato in Calabria. Queste riguardano la presenza di discariche abusive contenenti materiale altamente pericoloso e addirittura radioattivo.
In località Serra d’Aiello e Aiello Calabro è necessario intervenire al più presto ! Ma anche situazioni come quella determinatasi a Crotone devono essere affrontate con celerità ed efficacia.
Altre aree contaminate presenti in Italia e i maniera particolare in Campania e Sicilia e anche in tante regioni del nord, rappresentano una serie minaccia per l’ambiente e la salute. E’ necessario un impegno importante delle istituzioni per individuare i siti e procedere alla bonifica dove sia possibile o comunque alla messa in sicurezza di questi. Purtroppo la scarsità di fondi a disposizione e l’aver svuotato i capitoli dedicati alle bonifiche indicano una scarsa consapevolezza della gravità della situazione. E’ necessario a nostro parere un’operazione congiunta fra Governo e regioni e sistema degli enti locali in collaborazione con gli enti tecnici preposti, al fine di censire tutte queste situazioni e successivamente intervenire per il loro ripristino ambientale. Non basta una modificava legislativa al Codice ambientale né la pur necessaria introduzione dei reati ambientali nella riforma del Codice penale. E’ fondamentale anche agire sul versante gestionale !
Non di meno riteniamo indispensabile, così come riportato nella mozione, che il governo si faccia carico di sollecitare gli organismi internazionali per attivare una ricerca sulla verifica sullo stato di inquinamento del mare e delle coste del Mediterraneo. Già qualcosa è stato approvato dal parlamento europeo a questo riguardo che prevede uno stanziamento di fondi per i primi monitoraggi, e di questo va dato merito ad alcuni europarlamentari del nostro partito che hanno sollecitato questi interventi
Grande preoccupazione emerge poi da recenti episodi verificatisi al largo dell’Isola d’Elba dove sarebbe stata una nave che scaricava rifiuti in mare e che indica che il sistema di controllo del mare e del territorio va allertato e dove necessario potenziato.
A conclusione di questo intervento noi riteniamo che il governo si debba impegnare da un lato a dare delle risposte immediate alle preoccupazioni non solo ambientali, sanitarie , economiche ma anche di quelle di carattere giudiziario che pone questa vicenda , dall’altro a riconsiderare il sistema di controllo ambientale di questo Paese. Forse ad esempio avere un unico ente che si occupi di ricerca e di controllo dell’habitat costiero e marino dotato della strumentazione necessaria consentirebbe di agire in maniera più efficace ed efficiente di fronte al verificarsi di fenomeni di inquinamento importanti
Infine al di là dei giudizi diversi che come forze politiche abbiamo sulle azioni messe in atto da questo esecutivo, riteniamo di grande importanza che questa mozione sia firmata da tutti i partiti con l’obiettivo non tanto di fare polemica o di sottolineare le evidenti manchevolezze quanto di sollecitare ulteriormente il Governo , in un’ottica di leale collaborazione, a dare risposte concrete ad una vicenda che riguarda l’intero Paese e che permane infarcita di risvolti inquietanti

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