06/07/09

Perchè Dario


I temi da affrontare nell’imminente congresso sono tanti: dall’organizzazione del partito ai contenuti che devono caratterizzare l’azione futura del PD, che dovrà sempre più offrirsi al paese come un’alternativa credibile di governo. Non vi è dubbio che la difficile situazione economica avrà un riflesso anche sul dibattito che ci accompagnerà fino al 25 Ottobre.
Per la natura della crisi, il miglior investimento che possiamo fare per contrastare la recessione e rilanciare lo sviluppo è quello di puntare sulla modernizzazione ecologica dell’economia.
E’ indispensabile rompere l’attuale paradigma tecnologico, basato sulle energie fossili, attraverso politiche di sistema che coinvolgono tre aree tra loro fortemente interconnesse:
1. la creazione di conoscenze adeguate, una ricerca avanzata nelle tecnologie energetiche e ambientali;
2. la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale in grado di sostenerne e accelerarne la diffusione;
3. un quadro di regole stabili e semplici, un sistema di controlli efficace ed incentivi alla domanda come presupposto per il finanziamento del sistema e ulteriore stimolo all’introduzione di nuovi prodotti e processi.
Il PD ha una grande sfida davanti.
La “via verde” indicata dal Presidente Obama e dall’Europa è la nostra sfida.
Un impegno costante per contrastare i cambiamenti climatici e l’elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile, che coniughi l'innovazione, la tutela del bene comune e la qualità del nostro vivere. una sfida che da subito metta in campo politiche radicalmente nuove per contrastare il degrado ambientale che affligge il nostro Paese.
Einstein diceva : “Non possiamo risolvere i problemi con i medesimi schemi di pensiero con cui li abbiamo creati”. Un‘affermazione che da sola dovrebbe indurci a rivedere tutte le nostre convinzioni su che tipo di sviluppo vogliamo.
Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo mettere in campo una strategia coordinata di investimenti pubblici e privati – sostenuta da politiche industriali e fiscali che orientino le produzioni ed i consumi verso lo sviluppo ecologicamente sostenibile – al fine di creare nuove imprese e nuovi posti dl lavoro; dobbiamo prevedere misure di semplificazione e chiarezza amministrativa delle cosiddette «procedure verdi», volte a superare iter burocratici complessi, sia nei confronti dei cittadini che scelgono una riconversione ecologica nei consumi domestici, sia nei confronti delle aziende pubbliche e private, costrette a superare numerose barriere procedurali in ordine alla produzione di energia rinnovabile; dobbiamo stabilire nuove regole per gestire i conflitti ambientali che spesso si determinano per la realizzazione delle infrastrutture.
La politica energetica e ambientale richiede una partecipazione attiva del mondo scientifico e una grande partecipazione dei cittadini per condividere le scelte strategiche. Abbiamo infine bisogno che i nostri amministratori sui territori siano i registi di questi profondi cambiamenti delle politiche di sviluppo verso la sostenibilità.

Di certo abbiamo necessità di una nuova rivoluzione di pensiero. Le culture progressiste del secolo scorso non sono in grado di dare risposte esaurienti alle sfide del nostro tempo. La cultura socialista così profondamente innovativa non ha mai considerato il capitale naturale come elemento determinante per le politiche di sviluppo. Abbiamo bisogno che il PD interpreti le esigenze che le sfide del nostro tempo richiedono: più pensiero integrato, meno nostalgie per il passato e più idee per il futuro.

Questa è la ragione per cui scelgo Franceschini, non perché è simpatico (e lo è), nuovo (e non lo è) e un amico, ma perché credo abbia le caratteristiche umane e culturali per poter aiutare il PD a farsi interprete delle nuove esigenze che il cambiamento della società ci pone e che l’innovazione, a tutti i livelli, sia un tratto distintivo della sua azione politica.

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